Paralimpiadi Parigi 2024, si chiude un’edizione storica per l’Italia: record assoluto di medaglie

Dopo undici giorni di gara si conclude stasera con la cerimonia di chiusura la XVII edizione dei Giochi Paralimpici disputati nella capitale francese

Forti della spedizione più numerosa di sempre, con ben 141 atleti di cui 52 esordienti che hanno gareggiato in 17 diverse discipline sportive, gli azzurri si erano presentati con grandi ambizioni alla rassegna e, grazie a prestazioni straordinarie, sono riusciti a ottenere uno storico record di medaglie andando oltre quello già incredibile ottenuto tre anni fa a Tokyo.

Un trionfo azzurro alle Paralimpiadi di Parigi – Cityrumors,.it – ansafoto

 

Quella disputata nella giornata di ieri da Amanda Embriaco nel kayak è stata l’ultima finale per gli azzurri ai Giochi paralimpici di Parigi 2024. Il medagliere è quindi ora definitivo. L’Italia ha conquistato in Francia ben 71 podi, due in più di Tokyo 2020. Un risultato inferiore soltanto a quello di Roma 1960, quando però gli atleti erano solo 400, per un totale di appena 21 delegazioni e molte meno gare a disposizione.

La vittoria di un intero movimento

I Giochi paraolimpici sono l’equivalente dei Giochi olimpici per chi soffre di disabilità fisiche e per questo si svolgono ogni quattro anni a distanza di un mese nella stessa sede delle Olimpiadi estive. I primi giochi paraolimpici riconosciuti come tali si disputarono nel 1960 a Roma, ma le moderne paralimpiadi hanno avuto origine nel 1948, quando Ludwig Guttmann, neurologo tedesco rifugiatosi in Gran Bretagna per sfuggire alle persecuzioni dei nazisti, pensò di introdurre lo sport all’interno del regime di recupero dei soldati feriti o gravemente mutilati dalla guerra. L’importanza delle Paralimpiadi trascende lo sport e tocca nelle sue vette più alte la validazione e il giusto riconoscimento delle persone diversamente abili. Per tutti gli atleti disabili, la semplice partecipazione ai giochi rappresenta la medaglia dal valore inestimabile per il resto della vita. “La vera vittoria è quella di aver dato dignità a Voi e a tutto il movimento”, queste infatti le parole del presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, ieri sera a Casa Italia al termine della giornata di gare, ulteriore testimonianza del valore della sola partecipazione alla rassegna a cinque cerchi per tutti questi atleti.

Stefano Raimondi 5 medaglie d’oro e una d’argento – Cityrunmors.it – Ansa foto

 

Una rassegna record

Gli atleti italiani hanno dimostrato tutta la loro forza e il loro coraggio durante tutte le giornate di gara, “disegnando” alla fine della rassegna un record incredibile che ha portato a superare quello storico stabilito nella precedente edizione di Tokyo 2020. 71 medaglie totali di cui 24 ori,15 argenti e 32 bronzi, che ci proiettano al sesto posto nel medagliere, subito dietro al Brasile, sopra addirittura alla Francia padrona di casa. Un risultato davvero straordinario. Tutti gli azzurri meritano una citazione, non soltanto ovviamente quelli che sono riusciti a mettersi una medaglia al collo, ma l’impresa di Stefano Raimondi nel nuoto entra di diritto nella storia, diventando colui che in una singola edizione dei Giochi è riuscito a conquistare il maggior numero di ori (ben 5), oltre che un argento. Il che lo colloca anche al secondo posto fra i plurimedagliati di questa edizione, alle spalle solamente della nuotatrice cinese Jiang, una Michael Phelps paralimpica, che tra individuali e staffette è riuscita a mettersi al collo addirittura 7 ori. Nuoto, ciclismo, atletica, scherma, tennistavolo, tiro con l’arco, tiro a segno, tutte le discipline del programma hanno visto l’Italia protagonista grazie alla bravura, al coraggio e alla tempra di questi nostri straordinari atleti. “Sarei falso se dicessi di non essere soddisfatto del lavoro svolto per il Movimento paralimpico, dall’inizio del mio mandato. Definisco il nostro Movimento uno dei più grandi agenti trasformatori della società civile, attraverso lo sport stiamo aiutando il Paese a cambiare”, ha aggiunto ancora Pancalli prima di chiudere definitivamente Casa Italia.

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