Assurda la situazione in cui si sono trovati questi due genitori, che hanno fatto il possibile per stare vicini al figlio prima della morte
La storia di Lex Vos e sua moglie, che si sono trovati a dover affrontare una tragedia personale e allo stesso tempo l’ostinazione del sistema giudiziario olandese, è un esempio emblematico di come le regole, a volte, non tengano conto delle circostanze umane.
La coppia, in un momento di disperazione, stava guidando verso l’ospedale di Groningen per vedere il figlio in fin di vita, ma è stata multata per aver superato il limite di velocità di soli 9 km/h. Nonostante la loro richiesta di annullare la sanzione, corredata dal certificato di morte del figlio, la Procura ha ridotto la multa solo della metà, una decisione che ha lasciato la coppia amareggiata.
L’accaduto solleva interrogativi profondi sul rapporto tra giustizia e buon senso. È comprensibile che le leggi sul traffico esistano per garantire la sicurezza di tutti, ma ci si chiede se, in situazioni straordinarie come quella vissuta dai Vos, non dovrebbe esserci un margine di flessibilità.
La guida a velocità eccessiva rappresenta senza dubbio un rischio, ma in una notte deserta, con la strada libera, e con la consapevolezza che si sta correndo (di soli 9 km/h oltre il limite) per cercare di dire addio a un figlio morente, si può davvero parlare di pericolo? La rigidità della decisione appare, in questo contesto, come una mancanza di empatia da parte del sistema giudiziario.
Lex Vos ha definito “insensibile” la gestione della questione, sottolineando come la loro opposizione non fosse dettata da una questione economica – i 39 euro finali della multa non erano il problema – ma piuttosto da un principio. La richiesta della coppia era che le circostanze straordinarie fossero tenute in considerazione, una domanda di comprensione umana in un momento in cui la sofferenza personale era al massimo.
La Procura, dal canto suo, ha scelto di dimezzare l’importo iniziale della multa, giustificandolo con una riduzione concessa per circostanze attenuanti. Tuttavia, la decisione ha sollevato ulteriori critiche proprio per la sua apparente mancanza di sensibilità. In un sistema dove la legge è spesso applicata in modo inflessibile, c’è spazio per un margine di discrezione che tenga conto del contesto e della sofferenza umana?
Alla fine, Vos e sua moglie hanno pagato la multa, ma hanno deciso di portare la questione all’attenzione del difensore civico. La loro storia evidenzia la distanza che a volte si crea tra le persone e le istituzioni, e come il desiderio di giustizia non riguardi sempre la punizione o l’imposizione di regole, ma anche la comprensione e il riconoscimento del dolore.
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