Tre bambini costretti a chiamare la polizia denunciano violenza domestica. L’accusato, con precedenti, era il compagno della loro madre
Nell’estate del 2023, tre bambini – di 2, 9 e 11 anni – sono stati costretti a chiamare la polizia. Sono stati provvidenziali, nonostante stessero vivendo momenti di puro terrore. Secondo le testimonianze, la loro madre era stata brutalmente picchiata dal suo compagno e in un momento disperato, l’aggressore aveva urlato: “Ucciderò vostra mamma”.

Un allarme che ha segnato profondamente i piccoli, già costretti a vivere in un ambiente di dolore e insicurezza. L’intervento della polizia è stato tempestivo: l’accusato, identificato con le iniziali WV, è stato arrestato.
Durante l’interrogatorio, ha spiegato che non stava assumendo i farmaci al momento dell’incidente, cercando di giustificare il gesto come una reazione incontrollata. Tuttavia, il suo passato non può essere ignorato.
Già, perché non è nemmeno la prima volta che il protagonista di questa vicenda si trova al centro di situazioni analoghe. Al contrario, conta già quattro precedenti condanne per violenza. Tra questa anche un episodio simile che lo aveva già visto condannato a 8 mesi di carcere per aggressioni contro la stessa vittima, le sue scuse non hanno fatto da salvavita.
La condanna particolare scelta del giudice nei confronti dell’aggressore
Il giudice, valutando la gravità del reato e l’alto numero di condanne pregresse, ha optato per una misura “alternativa”. Sì, perché WV è stato condannato a 150 ore di servizio alla comunità. Una decisione che, seppur controversa, intende offrire una via di riscatto, anche se l’idea è che se non completerà il suo servizio, rischierà 15 mesi di reclusione.
Tale scelta, seppur mirata a bilanciare punizione e possibilità di reinserimento, solleva inevitabilmente una lunga serie di interrogativi su come trattare in modo adeguato chi commette atti violenti contro minori.

L’episodio, che ha avuto luogo a Wingene, in Belgio, rappresenta l’ennesimo monito su dinamiche familiari a rischio, un pericolo che sta diventando sempre più frequente in tutta Europa.
Così come si sta cercando di fare in Italia, anche negli altri Paesi è indispensabile intervenire con politiche preventive e sistemi di supporto che possano garantire un ambiente sicuro e protetto per tutti. Questa volta la telefonata dei bambini alle forze dell’ordine ha probabilmente evitato che accadesse una tragedia. Da altre parti, però, non è detto che altre donne abbiano la stessa fortuna.