L’avrebbero violentata per poi lasciarla lì, in mezzo alla strada. Shock a Rimini: in manette un neo-maggiorenne ed un minorenne
La vittima è una 16enne della Valconca, sulle colline di Rimini. All’alba di oggi, per la violenza sessuale che ha denunciato, sono stati arrestati dai carabinieri di Riccione due ragazzi: un 18enne residente a Fano e un 17enne residente a Rimini. Secondo gli agenti, sarebbero stati loro gli autori dello stupro subito dalla giovane il 5 agosto scorso: ecco cos’è successo.
Quando la ragazza ha chiamato il 112 si trovava ancora in strada e, nonostante fosse vicina a casa, a causa del disorientamento non era riuscita a muoversi da lì. Addosso aveva ancora i segni della violenza e indelebili nella sua mente i ricordi di quanto aveva appena subito. Per l’abuso, sono finiti in manette due giovani: avevano conosciuto la vittima su Instagram.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, il 18enne e il 17enne avrebbero conosciuto la 16enne online e avrebbero concordato con lei delle prestazioni sessuali a pagamento. Quando si sono visti faccia a faccia, però, lei si sarebbe tirata indietro e loro, di tutta risposta, l’avrebbero costretta ad assumere cannabinoidi in una quantità tale da inibirne ogni reattività psichica e fisica per poi violentarla fisicamente. È stata lei stessa a chiamare il 112, quando i due l’hanno lasciata lì in mezzo alla strada: gli agenti l’hanno trovata in stato confusionale ma, nonostante ciò, aveva la lucidità di raccontare quato subito.
Trasportata subito all’Ospedale di Rimini, dove per la ragazza è stato attivato il codice rosa anti violenze, la giovane ha dimostrato di avere lesioni ed escoriazioni compatibili con una violenza sessuale. A partire dalle ferite, per i medici è stato possibile prelevare i dna dei due presunti responsabili dei quali la 16enne stessa aveva parlato.
Oltre al dna sul corpo della ragazza, contro i due ragazzi ci sono anche alcuni filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona che, la sera del 5 agosto, hanno immortalato una delle loro auto transitare proprio in quell’area. A quel punto, incrociando le immagini dei due occupanti del mezzo con i profili di dna recuperati dal corpo della ragazza, i militari sono giunti al 18enne di Fano e al 17enne di Rimini e per loro è scattata l’accusa di violenza di gruppo. Al momento si trovano nel carcere minorile di Bologna e in quello di Rimini, in attesa dell’interrogatorio di convalida.
A parlare della vittima è il legale della famiglia della 16enne, Aldo Pancini, che aveva descritto la ragazza come una persona con fragilità, già seguita dai servizi sociali da un anno a questa parte per via di un problema di dipendenza dai social network. Il padre della 16enne è titolare di una ditta locale, mentre la madre lavora con lui nell’ambito dell’amministrazione; a segnalare le problematiche ai servizi sociali è stata la scuola superiore a cui la 16enne è iscritta.
Nei giorni del presunto stupro, online sarebbero comparse anche delle fotografie della ragazza, apparentemente camuffate, abbinate a un “listino prezzi” che associava ad ogni prestazione un costo preciso. Per questo, il pm titolare del fascicolo Davide Ercolani e i militari han subito pensato ad un caso di prostituzione minorile sul web. Secondo l’avvocato, però, questa sarebbe una bravata frutto delle fragilità di cui la 16enne soffre, un gesto del quale non avrebbe compreso i reali pericoli.
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