Il 9 novembre del 1989 migliaia di persone passarono da Est a Ovest, attraversando quella linea di confine che divideva le zone europee occidentali della NATO e quelle socialiste del Patto di Varsavia
Due muri paralleli di cemento armato, separati dalla cosiddetta “striscia della morte”, larga alcune decine di metri. In quasi quaranta anni di divisione almeno 133 persone furono uccise dalla polizia di frontiera della DDR, i famigerati e temibili Vopos, mentre cercavano di raggiungere Berlino Ovest. Una contrapposizione che divise non soltanto una città o due nazioni, ma anche due mondi e due culture diverse che poi hanno faticato a ritrovarsi insieme.
Il 9 novembre 2024 ricorre il 35esimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, simbolo della Guerra Fredda e della netta separazione tra Europa occidentale e Europa Orientale. L’abbattimento di quella cortina di cemento lunga 155 km e alta quasi quattro metri, tenuta sempre sotto stretta sorveglianza per impedire ai tedeschi dell’Est di passare nella parte Ovest. Un momento epocale, una svolta che si pensava avrebbe cambiato il corso della storia, ma che a distanza di anni non ha risolto tutti i problemi esistenti tra due contrapposizioni politiche, economiche e di pensiero, tutt’ora esistenti.
Qualcuno ci ha sempre detto che un giorno vale un altro, ma che tutti vanno vissuti come se fosse l’ultimo. Certo è però che ci sono momenti, date, eventi che restano scolpite nella storia dell’umanità. Il 9 novembre 1989 è uno di quei momenti che cambiano il corso della storia, che segnano la vita dell’umanità e che restano indelebili nella mente di chi le ha vissute. Il Muro di Berlino ha rappresentato per 40 anni la paura della guerra, non soltanto quella “fredda”, la contrapposizione tra buoni e cattivi, tra una ideologia politica e un’altra, tra un mondo economico e un altro, ma soprattutto ha significato la privazione della libertà di movimento per milioni di persone. Intere famiglie divise negli affetti perchè separate da una cortina invalicabile e protetta a tutti i costi. Quella notte fu la fine di una fase della storia moderna, fu la fine del mondo diviso in due, sembrava l’inizio di una nuova fase della storia del mondo, ma che alla fine probabilmente si è risolta soltanto in un’illusione collettiva. Fu comunque una notte di gioia, di festa, di libertà, durante la quale parenti separati per anni riuscirono a riabbracciarsi, mentre i più giovani, che avevano solo sentito parlare dagli anziani “di quell’altro mondo”, poterono finalmente conoscere con i loro occhi cosa si nascondeva dietro quella barriera di cemento, che intere generazioni avevano visto presente come un monito di cui avere paura. In soli tre giorni, due milioni di persone passarono il confine sancendo così la fine di un’epoca.
Quei 150 chilometri di cemento armato hanno rappresentato uno spauracchio per l’Europa e per il mondo intero. Hanno rappresentato la spada di Damocle sulla testa di tutti, la paura di una nuova guerra più devastante e senza ritorno di sempre. Ecco perchè alla caduta di quel simbolo di oppressione per tutti sembrava l’inizio di una nuova era. La geopolitica dell’Europa si è ridisegnata in poco tempo, dalle ceneri del blocco comunista sono nati tanti nuovi stati, molti Paesi dell’Europa centro-orientale hanno visto una trasformazione economica e sociale incredibile. Ma quella contrapposizione così forte, così lacerante per la vita di milioni di persone, aveva portato un equilibrio precario, ma duraturo.
Quella minaccia totale portava a un immobilismo delle parti, una volta caduta la contrapposizione è innegabile che l’Europa abbia vissuto e stia tutt’ora vivendo movimenti drammatici, ci sono stati più conflitti interni nel Vecchio Continenti negli ultimi 30 anni che nei precedenti ottanta del secolo passato e anche se non c’è una barriera di cemento armato a dividere, esistono tanti interessi diversi a contrapporre forze che minacciano come prima l’equilibrio e la pace nel mondo. 35 anni dopo la caduta del Muro di Berlino il mondo è diverso da quello che molti avevano predetto o immaginato, perchè l’illusione di un mondo pacificato, dominato da un unico modello politico ed economico, si è miseramente infranta di fronte a una realtà molto più complessa e difficile da governare.
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