Lo fa la celere e di conseguenza anche la nuova serie tv ‘Acab’ che apre alle donne con una novità importantissima e imperdibile
Tutti quelli che sono amanti dei film d’azione, magari anche della cinematografia italiana, hanno visto almeno una volta nella loro vita ‘Acab‘. I celerini interpretati da Marco Giallini, nel ruolo di Mazinga, e Pierfrancesco Favino che interpreta Cobra, nel capolavoro diretto da Stefano Sollima e tratto dal libro di Carlo Bonini.
Un film che permette di entrare nella loro ottica, di vedere con i loro occhi, così da poter capire cosa si prova nel mettere a repentaglio la propria vita ogni giorno. Non mancano gesti illegali, processi, offrendo uno spaccato di realtà che incuriosisce e che non giustifica quanto viene commesso dalla celere, ma in qualche modo permette di comprenderne alcune reazioni.
Acab è l’acronimo di ‘All Cops Are Bastards‘. Si tratta di un moto anarchico, di una frase rivoluzionaria che dipinge le forze dell’ordine con infamia e senza lodi, perché ostacolo di chi vuole esprimersi liberamente, scavallando quella recinzione che segna il confine tra la legalità e l’illegalità.
Da qui il capolavoro di Acab, che termina davanti allo Stadio Olimpico dopo la morte di Gabriele Sandri dell’11 novembre 2007, con le critiche a quel poliziotto, Francesco Spaccarotella, che aveva premuto il grilletto nell’autogrill di Badia Al Pino. Scatenando l’ira dei tifosi laziali e di tutti gli ultras d’Italia.
Acab ora è pronto a tornare. Stefano Sollima vuole riproporre il suo capolavoro, metterlo anche in un’altra veste, con interessanti novità, ma sempre con lo scopo di inserire lo spettatore in un contesto che in qualche modo è quotidiano e allo stesso tempo nuovo.
A 13 anni di distanza dalla messa in onda del film, ora Acab diventa una serie televisiva che apre le porte anche alle donne. Novità forse più bella e importante. Nel nuovo reparto mobile, al centro degli episodi diretti da Michele Alhaique, a fare il suo ingresso è Marta, interpretata dall’attrice veronese Valentina Bellè.
Il suo inserimento, in realtà, non è casuale. Solo da pochi anni, infatti, la celere ha offerto le proprie divise anche alle donne e per celebrare questa scelta si è deciso di inserire nella serie la figura di Marta. Intervenuta ai microfoni di Adnkronos, la stessa Bellè ha commentato così l’opportunità offertale:
“Ho sentito una responsabilità maggiore perché rappresento quella che è a tutti gli effetti ancora una minoranza in questo settore. Per la serie ho eliminato la femminilità perché Marta è un personaggio pieno di conflitti. Ha vissuto una relazione tossica e violenta e ha trovato una soluzione trasformandosi al maschile, pensando che il femminile potesse renderla debole”.
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