Si sta facendo largo una possibilità incredibile e clamorosa sulla caduta dell’aereo di linea dell’Azerbaijan, con tantissime vittime
Una scomoda verità sta emergendo in queste ore. E si fa sempre più largo, con una responsabilità atroce. Già perché si pensa, dopo attenti studi e verifiche sulla carlinga dell’aereo precipitato in Kazakistan, che il volo Azerbaijan Airlines potrebbe essere stato colpito in Cecenia da alcuni frammenti di un missile terra-aria russo esploso a poca distanza da dove viaggiava l’aereo. Dunque, nessuno stormo di uccelli o avaria strana, ma sarebbe stato un missile russo che stava per abbattere un drone ucraino la causa della caduta dell’aereo dove sono morte tante persone..
Sarebbe questa una logica conclusione da parte degli esperti delle agenzie occidentali di sicurezza aerea sullo schianto dell’Embraer E190 nel quale sono morte almeno 38 delle 67 persone a bordo. E questo sarebbe suffragato da fatti chiari e ben visibili, visto che ci sono dei fori ben evidenti sul’aereo che è caduto. Per il momento si tratta di una verifica “preliminare” ma tutto porta a questa indicazione.
I buchi, in particolare nella parte posteriore, potrebbero aver reso «difficilmente gestibile» il jet — proseguono le fonti — andando a toccare alcune funzioni vitali relative ai comandi e ostacolando il lavoro dei piloti. Altre fonti, interne alla casa produttrice dell’aereo — la brasiliana Embraer — fanno filtrare che l’incidente non è da attribuire a malfunzionamenti o errore umano, e nemmeno al «bird strike» (l’impatto con gli uccelli) menzionato dall’agenzia russa Tass, ma a un «external malicious act», un atto doloso esterno.
Il giorno di Natale il volo J28243 decolla alle 7.55 del mattino (le 4.55 ora italiana) dall’aeroporto di Baku, capitale dell’Azerbaigian, con destinazione Grozny, in Cecenia. Una volta nei pressi di Machačkala, città del Daghestan sul Mar Caspio, l’Embraer finisce in una zona esposta a un forte disturbo del segnale Gps — per disorientare i droni-kamikaze —, come dimostra il fatto che il jet «sparisce» dai tracciati di Flightradar24, un sito che monitora i movimenti aerei. L’Embraer torna «visibile» un’ora e 42 minuti dopo, mentre procede in piena emergenza verso il primo aeroporto kazako.
Ma cosa succede in quei 102 minuti? I passeggeri sopravvissuti allo schianto raccontano che i piloti hanno provato per tre volte l’atterraggio a Grozny, senza però riuscirci a causa di una fitta nebbia. Nei paraggi intanto è scattato l’allarme per l’arrivo di altri droni-kamikaze lanciati dall’Ucraina che, come scrive il sito locale Grozny Inform, «sono stati tutti abbattuti». È proprio in quegli istanti che chi è a bordo del volo azero sente un’esplosione «all’esterno» del velivolo.
Secondo la valutazione degli esperti occidentali, con ogni probabilità uno dei missili terra-aria — lanciati contro i droni — potrebbe essere esploso ad «alcune decine di metri» dal volo di linea. La deflagrazione non ha distrutto la fusoliera — cosa che sarebbe successa se l’avesse colpita a un paio di metri di distanza —, ma le schegge o le sfere d’acciaio (inserite per aumentare la letalità) avrebbero colpito il velivolo commerciale «ad altissima velocità» nella parte sinistra. «I filmati sul relitto e le circostanze relative alla sicurezza nella Russia sud-occidentale indicano la possibilità che l’aereo sia stato colpito da una qualche forma di contraerea», ha detto al Wall Street Journal Matt Borie, chief intelligence officer della società Osprey Flight Solutions.
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