Un coppia di cinesi avevano quattro locali in diverse zone della città dove gestivano un ampio giro di escort e con diversi clienti
Avevano quattro appartamenti e li affittavano, almeno questa era la scusa, la verità è che ci abitavano ragazze che si prostituivano e venivano controllate dai proprietari dei locali. E’ quanto è emerso da un’indagine portata avanti dalla polizia che ha portato all’arresto di una coppia di cinesi.

Non è la prima volta che le forze dell’ordine si imbattono in questo genere di giro d’affari dove sono spesso coinvolti imprenditori cinesi o pseudo tali. Erano una donna e un uomo, che avevano anche una relazione sentimentale, gestivano quattro locali al cui interno facevano prostituire ragazze loro connazionali.
Sono stati arrestati e si troveranno a Piazzale Clodio per rispondere di alcuni reati un uomo e una donna di nazionalità cinese con accuse ben precise che vanno dal favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. Le indagini e le accuse si riferiscono al 2021 e al 2022, con la Procura di Roma che ha delineato un quadro dettagliato di quanto accadeva negli appartamenti affittati dall’imputata.
Un giro d’affari di 40 mila euro al mese
Gli appartamento erano due a Roma, uno in zona Portuense e uno vicino la stazione Termini, un altro era a Pomezia, mentre il quarto in Abruzzo, a L’Aquila. Il pm ha chiesto per la donna, che era a capo del giro di prostituzione, 5 anni di reclusione e 5000 euro di multa, mentre per l’uomo 4 anni e 4000 euro di multa. Ma quest’ultimo avrà qualcosa in più perché su di lui c’è anche l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale perché, quando è stato fermato, avrebbe tirato una gomitata a uno degli agenti, colpendolo al sopracciglio.
La donna, che ha 53 anni è attualmente agli arresti domiciliar e si occupava di gestire l’intera attività criminale, dando una casa alle ragazze, ma alle stesse chiedeva prestazioni sessuali e lei si tratteneva il 50% dell’incasso giornaliero. Era la donna a capo della gestione di tutta l’attività, tanto che lei stessa reclutava le ragazze e forniva a loro gli appartamenti nei quali avvenivano le prestazioni sessuali.

Era la donna in persona a rispondere al telefono e a prendere gli appuntamenti con i clienti e spesso inviava via whatsapp le foto delle ragazze agli stessi clienti. Un giro d’affari che arrivava fino a 40 mila euro al mese su tutti e quattro gli appartamenti. Sono state due prostitute a confermare le ipotesi investigative: hanno dichiarato entrambe di lavorare per la donna che si teneva il 50% dell’incasso.