Allarme peste suina africana, bloccate le esportazioni prosciutto di Parma e di altri salumi: gli ultimi aggiornamenti
Una vicenda che mette apprensione non solo il nostro Paese, ma anche il resto del mondo. Stiamo parlando della peste suina africana. Nelle ultime ore si è diffusa la notizia che il Canada ha deciso di bloccare l’importazione del prosciutto di Parma e di altri salumi. Sono 22 i comuni interessati in Italia. Stiamo parlando: Sala Baganza, Fornovo di Taro, Terenzo, Collecchio, Solignano, Varano de’ Melegari, Noceto, Medesano, Felino, Salsomaggiore Terme, Pellegrino Parmense, Calestano, Bore, Tornolo, Bedonia, Compiano, Albareto, Bardi, Borgo Val di Taro, Varsi, Valmozzola, Berceto.
La rivista “Gambero Rosso” annuncia: “L’area dove non è stata riscontrata la PSA però a rischio perché contigua ad altre riconosciute infette, una sorta di zona cuscinetto“. Ci sono altri territori comunali nella provincia di Parma particolarmente vocate sia all’allevamento dei suini sia alla produzione di salumi, prosciutti e altre specialità norcine, sono in zona di restrizione II.
Peste suina africana, Canada blocca esportazioni prosciutto di Parma
Nel corso di un incontro verificatosi ad Alessandria si sono riuniti gli allevatori di Confagricoltura di Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, veterinari, istituzioni, presidenti delle Atc. Argomento della discussione sul problema della Peste Suina Africana. In questo incontro ha partecipato anche il commissario straordinario di governo, Vincenzo Caputo. Queste le sue parole: “Se la malattia ha continuato a diffondersi, significa che qualcosa, fino ad oggi, non ha funzionato. Dobbiamo cercare di cambiare passo e collaborare tutti per salvare l’allevamento dei suini e la trasformazione“.
Enrico Allasia di Confagricoltura Piemonte annuncia: “La superficie interessata dall’epidemia è aumentata di almeno 4 volte rispetto all’area inizialmente identificata, raggiungendo Parma, cuore della filiera di produzione e trasformazione delle carni suine”. Sono moltissimi i Paesi che non appartengono all’Unione Europea (come Cina, Giappone, Taiwan, Cuba, Messico, Thailandia, Uruguay) dal gennaio di due anni fa hanno bloccato in toto le importazioni. Stiamo parlando di: Brasile, Argentina, Perù, Serbia.