Ad annunciarlo diversi istituti di monitoraggio nipponici, soprattutto dopo la violenta scossa di terremoto di magnitudo 6,9 e di 7,1 che hanno spinto il primo ministro Fumio Kishida ad annullare un viaggio in Asia centrale. Il Premier giapponese doveva andare in Kazakistan, Uzbekistan e Mongolia. “Come primo ministro ho la massima responsabilità per la gestione delle crisi, per questo ho deciso di rimanere in Giappone per almeno una settimana“, le drammatiche parole di Kishida.
Un allarme del genere ha gettato nel panico la popolazione e anche per questo il primo ministro ha deciso di restare in patria dopo l’allerta emessa dall’Agenzia meteorologica giapponese (JMA) che ha diramato una nota assai destabilizzante: “La probabilità di una nuova scossa molto forte è più alta del normale ma questo non significa che si verificherà“.
Gli incidenti e quanto è accaduto dopo la scossa ha messo non solo in allarme, ma anche creato disagi, anche perché la Fire and Disaster Management Agency ha spiegato che otto persone sono rimaste ferite, tra cui diverse a causa della caduta di oggetti.
Per gli esperti c’è il 70% di probabilità
I diversi esperti del settore che sono tutti concordi nell’affermare che c’è il 70% di probabilità che un megaterremoto colpisca il Paese entro i prossimi 30 anni. Un evento, secondo queste persone, che potrebbe portare alla devastazione di ampie zone costiere e uccidere 300.000 persone. Una cosa incredibile e che ha messo in totale agitazione la popolazione.
L’epicentro potrebbe essere la vasta fossa di Nankai, al largo del Giappone orientale, dove in passato si sono originate diverse grandi scosse, spesso doppie, con magnitudo arrivate fino al nono grado della scala Richter. Tra queste una nel 1707 (fino al 2011 la più grande mai registrata), poi quando il Monte Fuji eruttò l’ultima volta nel 1854 e poi nel 1944 e nel 1946.
Il 1 gennaio scorso una scossa di magnitudo 7,6 e potenti scosse di assestamento hanno colpito la penisola di Noto sulla costa del Mar del Giappone, uccidendo almeno 318 persone, facendo crollare edifici e distruggendo strade.