A Cityrumors.it parla la presidente dell’associazione dei parenti delle vittime che non si arrende e ribadisce: “E’ chiaro quello che è successo, da Roma aspettiamo notizie dai giudici”
“Non ci siamo mai arresi, mai e continueremo a cercare e a pressare chiunque affinché dica ufficialmente e veramente quello che è successo, anche se noi lo sappiamo benissimo ed è agli atti. E allo stesso tempo continuiamo a dire con forza che manca un pezzo di verità e pretendiamo, ovviamente, che sia aggiunto a tutto quello che già si sa su questa vicenda nel più breve tempo possibile. Questo è chiaro, questo è quello che i parenti delle vittime chiedono da troppo tempo”. Determinata e più risoluta che mai Daria Bonfietti, la tenace presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime di Ustica che a Cityrumors.it spiega la situazione processuale e quello che bisogna attendere: “Che la Procura di Roma, visto che ha ancora aperto le indagini ci faccia sapere qualcosa, ma a breve”.
Nei giorni dell’anniversario, la presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, a pochi giorni dall’anniversario da quel 27 giugno 1980, quando persero la vita i 77 passeggeri e i quattro membri dell’equipaggio del volo Dc-9 targato Itavia, non dimentica mai e proprio in questo periodo ci sono tante inchieste come quella che ha sviluppato Sky o quella della rai con il ritorno di Massimo Giletti “Una breccia nel muro”. “L’importante è che se ne parli sempre, che la gente non dimentichi mai quello che è successo e quello che ha detto l’ex presidente Amato, ad esempio, come la Francia debba chiedere scusa, anche perché ci sono state persone che sono state ammazzate e nessuno ha pagato quanto doveva, ma non parlo solo di soldi”, dice la Bonfietti che è sempre più determinata che mai.
Per la Bonfietti non c’è più tempo per aspettare: “Dopo che un giudice della Repubblica ci ha consegnato le cause dell’evento, cioè che il Dc-9 è stato abbattuto e dopo che sappiamo che in cielo quella sera c’erano aerei americani, francesi, belgi e alcuni libici con transponder spento, perché lo hanno detto gli esperti della Nato al giudice Priore decrittando i tabulati radar, sono passati 16 anni dalle dichiarazione dell’allora premier Cossiga e manca ancora un pezzo di verità”.
Per la presidente dell’associazione dei parenti delle vittime di Ustica non c’è pace fino a quando tutto resterà così: “Noi chiediamo di terminare questa seconda, eterna fase istruttoria rispetto agli autori materiali, affinché si possa con chiarezza muovere le considerazioni su quello che è stato fatto e poi essere più precisi nelle richieste alla politica. Perché, se non ci arriva la magistratura a determinare chi ha abbattuto un aereo civile in tempo di pace, speriamo che il governo si muova per farsi dire dai suoi alleati finalmente la verità su quella sera”
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