Una visione scioccante per gli abitanti della cittadina che si sono ritrovati il cadavere in decomposizione proprio al centro della rotonda nella strada principale
Un gesto ignobile da parte di ignoti che ha gettato nello sconforto e nell’orrore tutti gli abitanti e sul quale ora dovranno far luce le forze dell’ordine chiamate ad indagare per stabilire come sia stato portata a termine l’efferata azione. Il ritrovamento è stato scoperto nelle prime ore della giornata da alcuni automobilisti che transitavano all’entrata della cittadina.
Il cadavere di un lupo è stato trovato all’ingresso della frazione Villaretto di Pontechiale, in provincia di Cuneo. Resta da chiarire come sia morto, ma è altamente probabile che sia stato prima ucciso e poi mostrato per lanciare un messaggio. Il macabro episodio infatti arriva a pochi giorni dalla decisione presa dal Comitato delle parti della Convenzione di Berna che ha approvato l’abbassamento dello status di protezione del lupo da “rigorosamente protetto” a semplicemente “protetto”.
Un paese intero sconvolto. Un’intera comunità svegliata questa mattina da una scena raccapricciante e inquietante nella sua crudeltà. Il cadavere di un lupo con una corda intorno al collo appeso a un cartello stradale è stato ritrovato all’ingresso della frazione Villaretto di Pontechiale, in provincia di Cuneo, nella valle Varaita, alle pendici del Monviso. Sull’episodio stanno indagando i Carabinieri Forestali per capire come l’animale sia stato ucciso e per cercare le reali motivazioni di un gesto così macabro. Non è infatti la prima volta che si assiste ad un episodio del genere.
Infatti un episodio analogo era avvenuto la scorsa estate in un altro piccolo centro sempre in valle Varaita. Ma almeno in quell’occasione le indagini avevano appurato che l’animale era purtroppo morto investito da un’auto, prima però di essere raccolto e appeso a un cartello stradale. Quindi un segnale ben preciso lanciato con le stesse modalità.
In attesa di capire le cause precise della morte dell’esemplare di lupo, sembra molto evidente come quello della mattinata di oggi si sia trattato dell’ennesimo segnale preoccupante di intolleranza nei confronti di questi esemplari particolari, ma molto temuti dalla popolazione locale. Una specie però tutelata dalla normativa nazionale così come da quella europea, tanto che, ferirli o addirittura ucciderli, rappresenta un reato per la nostra giustizia. Resta purtroppo troppo complicata la convivenza con questa specie di felini e gli allevatori di queste zone montane, troppo grande il rischio quotidiano che greggi al pascolo vengano attaccati da branchi di lupi affamati. Fatti che hanno esacerbato alcuni pastori e allevatori tanto da spingerli a forti gesti dimostrativi, dove poi a farne le spese sono proprio i lupi.
Nel macabro gesto odierno, in molti ci hanno visto un’immediata risposta alla decisione presa ieri dal Comitato delle parti della Convenzione di Berna che ha approvato l’abbassamento dello status di protezione del lupo. Questa specie resta una specie protetta, ma ora possiamo dire meno protetta di altre, un declassamento che potrebbe aprire scenari venatori da parte di chi vorrebbe mettere fine ai pericoli che questo animale arriva comunque a creare. E il gesto odierno della carcassa appesa al cartello potrebbe rientrare in un primo pericoloso avvertimento.
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