Aveva dichiarato la legge marziale per le continue proteste e per evitare un’indagine che si stava concentrando su di lui
Yoon Suk Yeol, il presidente messo in stato di accusa in Corea del Sud, è stato arrestato, segnando un momento storico come primo leader in carica della nazione ad affrontare la detenzione. È infatti indagato per la sua controversa dichiarazione della legge marziale il mese scorso, a seguito di uno stallo nella sua residenza ufficiale a Seoul.
I funzionari del CIO hanno riferito che Yoon si è rifiutato di rispondere alle domande durante le due ore e mezza di interrogatorio, ma non hanno spiegato le ragioni del suo silenzio. In un videomessaggio diffuso prima del suo arresto, Yoon ha dichiarato di aver accettato di collaborare con le autorità anticorruzione per “evitare inutili spargimenti di sangue” in una crisi che ha destabilizzato la politica sudcoreana e allarmato gli alleati internazionali. Dopo la sua detenzione, Yoon ha affermato che lo Stato di diritto è “completamente crollato”.
Il suo avvocato ha dichiarato che “il Presidente Yoon ha deciso di presentarsi personalmente all’Ufficio per le indagini sulla corruzione (CIO) oggi” e che avrebbe tenuto un discorso.
Un convoglio di veicoli, uno dei quali si ritiene trasportasse Yoon, è stato visto partire dalla residenza presidenziale e successivamente arrivare alla sede dell’agenzia anticorruzione che conduce le indagini. Successivamente Yoon è stato visto entrare negli uffici dell’agenzia.
L’operazione per l’arresto del presidente è iniziata nelle prime ore di mercoledì, quando gli investigatori hanno isolato le strade intorno alla residenza con autobus della polizia, mentre migliaia di agenti sono stati dispiegati per proteggere l’area. Secondo le testimonianze, una squadra disarmata di investigatori del CIO, accompagnata da agenti di polizia, ha tentato di entrare nel complesso residenziale, ma è stata fermata al cancello d’ingresso da individui non identificati.
Gli investigatori stavano cercando di eseguire un mandato di arresto per Yoon con l’accusa di aver dichiarato la legge marziale come insurrezione, un crimine punibile con l’ergastolo o addirittura con la pena di morte.
Il presidente ad interim Choi Sang-mok ha dichiarato all’inizio di mercoledì: “Questa situazione è un momento cruciale per mantenere l’ordine e lo stato di diritto in Corea del Sud”.
L’arresto di Yoon è considerato da molti un punto di svolta, poiché le accuse contro di lui sono piuttosto gravi. L’arresto segna l’inizio del processo legale, ma non è ancora stato formalmente accusato.
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