A breve andrà cambiato di nuovo l’orario, verranno spostate nuovamente le lancette dell’orologio: ecco quando arriverà l’ora solare
Bye bye ora legale, è arrivato il momento di salutarci e riaprire le porte o, meglio, spostare gli orologi in favore di quella solare. Alla fine del mese di ottobre, tra pochi giorni, dovremo tornare a muovere le lancette spostandole indietro di un’ora. Dunque, mettete tutti la sveglia alle 3 di notte. Più precisamente della notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre. Quando suonerà dovrete scendere dal letto, sistemare tutti gli orologi che avete in casa – non quelli dei cellulari perché si aggiornano da soli in automatico – e poi tornarvene comodi nel vostro giaciglio e riaddormentarvi con una buona notizia in testa: dormirete un’ora in più.
Non male no? Ne è valsa la pena fare questo piccolo sforzo, cambiare ancora una volta l’orario. Delle conseguenze, ovviamente, ci saranno anche a livello naturale. Questo è ovvio. Per cominciare il mattino arriverà con un’ora d’anticipo. I raggi del sole penetreranno dalla finestra, si insinueranno tra le fessure delle serrande e arriveranno direttamente sul vostro letto a darvi il buongiorno. La sera, invece, il tramonto arriverà prima e con lui anche il buio e la notte, quindi fate attenzione quando tornate a casa. Questo fino al prossimo marzo, quando si tornerà a muovere le lancette ritornando all’ora legale e alle giornate più lunghe.
Ora legale, le origini e il dibattito
La differenza tra ora solare e legale ce la dà la storia. In realtà, più che un’imposizione naturale, si tratta di una prassi culturale dell’essere umano e che affonda le proprie radici fino a fine ‘800, negli Stati Uniti d’America. Qui lo scienziato Benjamin Franklin nel lontano 1784, infatti, pensò potesse rivelarsi utile spostare un’ora avanti le lancette dell’orologio – con l’arrivo della primavera – per risparmiare sul consumo di candele e olio lampante. Un’intuizione che venne messe da parte, prima di essere rispolverata solo nel 1907. Per vederla, in Europa, bisognerà attendere addirittura altri 60 anni, più precisamente il 1966.
A distanza di 58 anni, però, il tema della sua abolizione è come mai attuale. Ogni anno si discute sulla sua utilità e si prende in considerazione di mettere da parte questa benedetta ora legale, lasciando le cose come stanno. Una decisione che non comporterebbe cambiamenti di ordine naturale, ma che inevitabilmente toccherebbe un minimo la quotidianità degli abitanti. E non solo. Basti pensare che i Paesi del Nord Europa spingono per mantenerla tutto l’anno sostenendo che avrebbe un impatto positivo sul benessere psicofisico delle persone, ma soprattutto sul risparmio energetico. Valutare i pro e i contro si fa così complesso e la soluzione viene rimandata da tempo.