Dopo la pandemia Covid, basta uno starnuto per far crescere la paura. L’allarme adesso viene dallo spauracchio aviaria
Nel 2020 il mondo si è fermato a causa di una pandemia da Coronavirus, o Covid 19, che ha bloccato in casa praticamente tutto il mondo e provocato decine di migliaia di morti per questo virus proveniente dalla Cina, probabilmente frutto di un esperimento andato male nei centri ricerca di Wuhan.
Ci sono voluti anni per tornare a una vita normale: smettere di usare le mascherine per uscire di casa, smettere di salutarsi col gomito e starnutire o tossire nell’incavo del braccio, per evitare di passare un potenziale contagio a chi ci sta vicino. Non che il Covid sia improvvisamente sparito, ma di certo l’allarme pandemia è rientrato e il mondo è tornato a una vita normale.
Ma a quanto pare non è concesso di dormire sonni tranquilli, almeno secondo alcuni epidemiologi, che hanno recentemente lanciato nuovi allarmi su possibili epidemie potenzialmente letali per l’uomo. L’ultimo, in ordine di tempo, arriva dagli Stati Uniti, dove gli esperti stanno dando consigli “preventivi” su come gestire una possibilissima epidemia che potrebbe a breve colpire il mondo, almeno secondo le loro stime.
Focolai in aumento, bisogna fare attenzione
Il pericolo arriverebbe dagli allevamenti americani di volatili, dove sono in aumento i focolai di influenza aviaria H5N1. L’aviaria è una infezione provocata da un virus influenzale di tipo A, che coinvolge principalmente volatili selvatici ma anche uccelli domestici, ed in particolare polli e tacchini. Negli Stati Uniti l’allarme sembra essere piuttosto importante, tanto che l’epidemiologo Eric Feigl-Ding ha lanciato un appello alla popolazione.
Secondo Feigl-Ding infatti sarebbe il caso di iniziare a fare scorta di una serie di farmaci contro l’influenza prima che l’epidemia diventi troppo estesa per poter essere controllata e di conseguenza i farmaci diventino impossibili da trovare. Lo scienziato ha divulgato le sue teorie su Twitter, asserendo che alcuni anti virali possono essere presi anche in via preventiva, ovviamente seguendo le prescrizioni del proprio medico.
Allarmismo esagerato o giusta attenzione alla prevenzione? Naturalmente c’è chi non si trova d’accordo con Feigl-Ding, il cui consiglio appare un tantino azzardato. Secondo l’infettivologo Matteo Bassetti, infatti, prendere un antivirale come profilassi contro l’influenza è una esagerazione non necessaria. Come riportato anche da Liberoquotidiano, Bassetti ha infatti affermato che un consiglio del genere, peraltro fornito su un social network, può far passare in un attimo “dalla giusta attenzione al cattivo allarmismo. La comunicazione è importante, non va fatto allarmismo ma nemmeno sottovalutare il problema“.