Il codice religioso degli Ayatollah proibisce balli e canti in pubblico, ma social e siti web di tutto il mondo sono stati recentemente inondati dalle immagini di gente che balla in luoghi pubblici a dispetto della legge
Tutto è iniziato quando un anziano pescivendolo, Sadegh Bana Motejaded, detto Booghy, proprietario di una bancarella al gran bazar di Rasht, città turistica che si affaccia sul Mar Caspio, e soprattutto con un account Instagram da diverse migliaia di followers, si è messo a ballare al mercato su musiche tipo hip-hop, ondeggiando a ritmo, come un vero performer, sotto gli occhi di una folla divertita e attenta.
Qualche giorno dopo però la morsa del controllo e della repressione in Iran da parte del regime degli Ayatollah ha portato all’arresto del famoso pescivendolo che a 70 anni si è visto aprire le porte della galera e ancora oggi non si hanno notizie se sia stato poi rilasciato oppure no.
Il ballo come protesta
E come accade spesso nei regimi totalitari, una tranquilla manifestazione di gioia e felicità, come il tipico balletto in strada dell’anziano Sadegh davanti alla sua bancarella, dopo il suo arresto, è diventata un modo per manifestare un dissenso. Adesso buona parte dell’Iran sembra non temere più la repressione e continua ad alzare la testa contro il regime: ballando in strada. Infatti ballare in luogo pubblico è una di quelle attività notoriamente proibita dalle severe leggi degli Ayatollah, specie se coinvolge le donne. E l’arresto del pescivendolo, avvenuto perché ha commesso azioni “contro la morale”, ha così scatenato rabbia e indignazione nella popolazione. In molti, attivisti e non, hanno sposato la sua causa. E così per protestare contro ogni forma di repressione stanno postando sui social video dove ballano e cantano come l’anziano negoziante. Un altro modo, oltre alle manifestazioni di piazza spesso represse nel sangue, per ribellarsi al regime degli Ayatollah.
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Tutti ballano in strada
La nuova ondata di disobbedienza civile, insomma, ha preso il via dall’antica provincia iraniana di Gilan, grazie al simpatico “Booghy” e alla sua voglia di esternare felicità e buon umore. Un video ri-postato addirittura dal New York Times, che descrive questo fenomeno virale come “una nuova forma di protesta contro il governo che sta sconvolgendo il Paese”. Certo è che il ballo sfrenato sta impazzando in tutto il Paese, al di là dell’età e del genere, e che questa nuova forma di resistenza pacifica è anche facilmente veicolabile sui social. Tutte le piattaforme social dei media più importanti locali sono inondate di immagini di persone che ballano in strada in tutto il paese, tra i negozi, nelle piazze e nei centri commerciali.
La strana danza ballata dal popolo iraniano in strada è diventata virale nel mondo, anche se la polizia locale non si ferma nella repressione e i due famosi blogger Astiyaj Haghighi, 21 anni, e Amirmohammad Ahmadi, 22 anni, arrestati il primo novembre per aver pubblicato un video che li mostrava ballare davanti alla Torre Azadi a Teheran, sono stati condannati a un totale di 22 anni di carcere, 10,5 anni ciascuno, oltre al divieto di due anni all’uso dei social network e a quello di lasciare il paese per altri due anni.