Sparatorie, morti ed evasioni in stile cinematografico: scoppia l’inferno nel penitenziario, paura in città
Una notte di terrore e violenza. Un’irruzione che ha trasformato una prigione in un campo di battaglia, con sparatorie, morti e scenari da film. Un commando di otto uomini, armati fino ai denti con mitragliatrici, ha attaccato un carcere, scatenando un inferno di fuoco contro le mura e le torri di guardia.
I malviventi, con una precisione degna di un corpo militare, hanno aperto brecce nelle recinzioni. Per farlo hanno utilizzato pinze industriali, mentre le guardie, prese di sorpresa, tentavano disperatamente di respingere l’assalto.
L’operazione ha avuto conseguenze devastanti. Durante lo scontro, il cane di una delle guardie è stato ucciso, simbolo tragico di una brutalità che non ha risparmiato nessuno. Ma non è tutto. Mentre all’esterno esplodeva il caos, all’interno delle celle i detenuti sembravano pronti ad approfittare della situazione.
Ecco allora che, attraverso un’azione coordinata, sono riusciti a fare un buco nel tetto. A quel punto, utilizzando teli annodati, hanno scavalcato il muro di cinta, trovando la libertà attraverso il varco creato dai loro complici.
Alla fine il risultato dell’assalto è sconcertante. Ben sedici detenuti sono evasi, tra cui figure di spicco di una potente organizzazione criminale. Tra questi, anche il leader della banda, una figura temuta e già condannata per traffico di droga, omicidi e appartenenza a una struttura mafiosa.
Le autorità locali hanno dichiarato che l’attacco è stato pianificato con estrema cura. “Non è ancora chiaro come i detenuti abbiano potuto agire così rapidamente e in modo così sincronizzato“, le parole di un portavoce del Servizio penitenziario regionale, inevitabilmente ancora sotto choc.
Immediatamente dopo la fuga, è scattata una massiccia operazione delle forze dell’ordine. Pattuglie armate hanno setacciato la zona intorno al carcere, intensificando i controlli e rastrellando aree sensibili. Le prime risposte non si sono fatte attendere: un uomo, sospettato di aver partecipato all’assalto, è stato arrestato e ha confessato di aver ricevuto circa 800 euro per il suo ruolo.
Ma non tutti gli inseguimenti si sono conclusi pacificamente. Un secondo sospettato, individuato poche ore dopo, è morto in una sparatoria con la polizia durante un tentativo di arresto.
Il teatro di questo drammatico evento è la prigione della città di Eunápolis, nel sud dello stato di Bahia, Brasile. Lì, giovedì notte, si è consumato un attacco senza precedenti che getta un’ombra sul sistema penitenziario locale e sulla crescente influenza delle organizzazioni criminali. La caccia ai fuggitivi continua, in una sfida ancora apertissima tra Stato e bande armate.
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