Un naufragio di ore e ore dopo che la loro barca era stata affondata: dei marinai vengono salvati in mare aperto
Navigare in mare aperto è una delle avventure più affascinanti. Partire in barca a vela, sfruttare la direzione del vento, lasciarsi trasportare per raggiungere una meta. Un’emozione che, per chi è appassionato della navigazione, è unica e irraggiungibile. Importante, però, è conoscere i rischi che questo tipo di esperienze portano con sé. Essere ben consci degli ostacoli che una traversata può comportare è il presupposto che spinge i marinai a studiare con particolare attenzione tutti i dettagli della tratta che si sta per affrontare. Le condizioni metereologiche, il percorso e molto altro sono le conoscenze di base che bisogna avere.
Il rischio di trovarsi in situazioni non favorevoli è sempre dietro l’angolo e se non si è pronti ad affrontarle si rischia davvero grosso. Le onde, il mare in tempesta, il soffiare troppo forte del vento sono pericoli noti a tutti i navigatori. Cercare il primo porto per fermarsi, avvisare la capitaneria sarebbero le mosse consigliate, ma non sempre questo è possibile. Talvolta si vengono a creare dei contesti in cui la resistenza è l’unica arma a disposizione. Contesti simili a quelli vissuti da Marcelo Osanai e Balthasar Wyss, sopravvissuti di una mareggiata che ha portato con sé il loro capitano.
Era il 14 marzo quando, a 2.000 km dalla costa sudafricana, quando si è consumato il dramma. I tre uomini erano salpati dal Brasile per arrivare fino in Sud Africa, ma non arriveranno mai a destinazione. Un problema improvviso con l’imbarcazione, in pieno Oceano Atlantico, ha compromesso il loro viaggio. La nave ha iniziato lentamente ad affondare, l’equipaggio ha immediatamente raggiunto il trasmettitore SOS per lanciare un segnale di soccorso, prima di preparare le scialuppe. Mentre si impegnavano per salire sull’imbarcazione di salvataggio, però, la discesa si è fatta più rapida. Il loro capitano, Benno Frey, si è subito mosso per fargli guadagnare tempo, sacrificando così la sua vita.
È affondato con la sua barca a vela, come nei film più romantici e drammatici. I naufraghi sono rimasti in mare aperto per sei ore, fino a quando una petroliera non li ha notati e fatti salire a bordo. Stremati hanno raccontato quanto accaduto, sottolineando il gesto eroico di Benno che pur di aiutarli a ottenere un’insperata salvezza ha rinunciato alla propria. Il gesto da vero comandante sta facendo il giro del mondo, affinché la sua memoria resti sempre e viva, non solo nel cuore degli ormai salvi marinai.
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