Battesimo a figli di omosessuali, Menorello (Ditelo sui Tetti): “Mi stupisco di questo scalpore: si tratta di non discriminare”

Nel documento controfirmato da Papa Francesco che apre a transessuali e gay sul sacramento del battesimo e la possibilità di essere testimoni di nozze in chiesa, c’è un punto che riguarda i bambini nati da genitori omosessuali con la pratica dell’utero in affitto.

Al quesito posto da Monsignor José Negri, vescovo di Santo Amaro in Brasile, al quale ha risposto il Dicastero per la Dottrina della Fede, il Vaticano sottoscrive che “perché il bambino venga battezzato ci deve essere la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica”. Ma in Italia il ricorso all’utero in affitto è illegale.

Il quesito fa tornare attuale il tema, perché anche se la regola vale per tutti i cattolici del mondo, in Italia la legge prevede che questi bimbi nati all’estero non ci siano. Come si tradurrà questo a livello burocratico?

Battesimo a figli di omosessuali, Menorello (Ditelo sui Tetti): "Mi stupisco di questo scalpore: si tratta di non discriminare"
Battesimo a figli di omosessuali, Menorello (Ditelo sui Tetti): “Mi stupisco di questo scalpore: si tratta di non discriminare” (Ansa Foto) – cityrumors.it

“Non confondere i due piani: i bimbi non hanno colpe”

Abbiamo chiesto come risolvere questo gap tra Chiesa e politica a Domenico Menorello, coordinatore della rete Ditelo sui tetti, network di associazioni di impostazione cattolica, avvocato ed ex parlamentare di Scelta Civica: Mi chiede come se ne esce? Stiamo confondendo due piani. Un bambino nato da un incesto, se richiesto da chi lo mette al mondo, può essere battezzato. Questo non significa che l’incesto sia una cosa buona, non crede? Allo stesso modo sarebbe discriminatorio e ingiusto pensare di sottrarre un bambino alla possibilità della grazia del sacramento perché i suoi genitori hanno commesso il reato di ricorrere all’utero in affitto. Sono gli stessi canoni di un bambino nato da uno stupro. Non è consentito trascinare un giudizio di positività sugli antefatti storici di una nascita”. 

“Mi stupisco di questo scalpore”

Menorello ritiene che sul documento sia in atto un polverone mediatico: “Non commento il testo ufficiale perché ancora non l’ho letto. Ma sulla base di quello che ho letto nei resoconti giornalistici, posso dire che non vedo tutto questo scalpore e mi stupisco di tutto questo stupore. Nel mio modo di pensare, non ci sono mai stati dubbi sul fatto che a un bambino*,* per il quale si chiede il battesimo con il discernimento che spetta ai sacerdoti che lo possono impartire, non possa essere negato il sacramento del battesimo. Quale responsabilità avrebbe per non ricevere uno stato di grazia come il battesimo? Non ci deve essere alcuna discriminazione ideologica rispetto alla possibilità di percorrere una strada di fede e di grazia”.

Domenico Menorello
Domenico Menorello cityrumors.it

L’obiettivo è non discriminare

Il bambino nato con la pratica dell’utero in affitto quindi, non avendo colpe se i genitori commettono un reato, può tranquillamente ricevere il sacramento del battesimo: “Il fatto che ci sia una vita conforme alla fede ripone la palla al centro. Non è tanto l’aspetto esteriore, quando l’impegno di un percorso di fede”, aggiunge Menorello. E sarebbe discriminatorio vietarglielo: “Credo che questa indicazione del Vaticano abbia a che fare con la volontà di non discriminare rispetto a una scelta di fede. E non significa in alcun modo avallare comportamenti che in sé hanno aspetti non ritenuti positivi anche da altre parti del Magistero”. 

Apertura del Vaticano a gay e transessuali

Secondo Menorello la non discriminazione è la chiave di volta anche dell’indicazione del nulla osta per transessuali e gay di chiedere e ricevere il battesimo ed essere padrini e testimoni di nozze: “Dobbiamo saper distinguere il piano dell’accoglienza e della decisione di seguire un’ipotesi di fede, alla quale è subordinata anche la possibilità di fare madrina o padrino. E comprendere che il terreno della verifica si sposta nel discernimento concreto che il sacerdote sarà chiamato a operare rispetto a quello che poteva sembrare un insegnamento astratto. Penso insomma che sia una questione di non discriminazione, non di avallare o passare per buone ipotesi di vita che non lo sono”. 

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