Uno studio dimostra che bere latte in quantità eccessiva può portare, soprattutto le donne, a sviluppare delle malattie cardiovascolari
Il latte appena svegli, con vicino una tazza di caffè, è la classica colazione degli italiani, il modo più comune di iniziare la giornata. Eppure, alcuni studi hanno dimostrato che sarebbe meglio evitarlo. Soprattutto nelle donne, infatti, un consumo quotidiano di latte può favorire l’insorgere di malattie cardiovascolari. Un rischi che aumenta esponenzialmente se usufruisce di quantità superiori ai 400 ml, causando una maggiore possibilità di sviluppare infarti del miocardio, cardiopatie ischemiche o ischemie coronariche.
Questa scoperta, come riporta ilgiornale.it, è stata pubblicata negli scorsi giorni dopo sulla rivista scientifica BMC Medicine. È il risultato di uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di scienze chirurgiche dell’Università di Uppsala.
Un lavoro svolto in associazione con un team di scienziati dell’Unità di epidemiologia cardiovascolare e nutrizionale presso l’Istituto di medicina ambientale del “Karolinska Institutet” di Stoccolma. Questi hanno focalizzato la loro attenzione sulle possibili malattie causate dal latte vaccino fermentato o non fermentato, ignorandone però la tipologia e quindi non considerando se scremato, parzialmente scremato o intero.
La qualità, infatti, non inciderebbe sul rischio. Gli elementi che incidono, infatti, si sono dimostrati essere due: la quantità di latte che viene bevuta e il fatto che sia fermentato, quindi quello più comunemente usato dalla popolazione.
Sebbene gli uomini siano più propensi a sviluppare patologie cardiovascolari, per gli individui di sesso maschile la percentuale cala drasticamente rispetto alle donne. Il team di ricerca di cui era a capo il professor Karl Michaelsson, ha potuto lavorare su dati raccolti tra 100.000 volontari. Di questi il 60% erano donne.
Lo studio che si è protratto per ben 33 anni, ha potuto verificare ben 11.000 casi di infarto del miocardio e 18.000 di cardiopatia ischemica. Gli scienziati hanno potuto, quindi, incrociare i dati raccolti sull’insorgenza di queste patologie e le abitudini alimentari dei partecipanti, con una particolare concentrazione soprattutto sul consumo di latte vaccino.
Basandosi sul metodo statistico ‘regressione di Cox multivariata aggiornata nel tempo’, hanno potuto far emergere i dati che sono stati poi pubblicati su BMC Medicine. Le donne si sono rivelate più esposte. Con 2 bicchieri (400 ml) il rischio aumenta dello 0,5%, con 3 (600 ml) del 12% e con 4 (800 ml) addirittura del 21%.
Secondo gli esperti a risultare determinante nello sviluppo delle patologie sopra citate potrebbe essere il lattosio. Rispetto agli uomini, le donne lo assorbono e digeriscono meglio e questo potrebbe essere alla base delle infiammazioni che comportano una certa pressione sul sistema cardiocircolatorio dell’organismo. Il consiglio è quello di preferire latte fermentato, come quello del yogurt.
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