Birkenstock accusa il colpo: il noto marchio non ottiene il risarcimento per plagio dal logo Melissa. Le motivazioni della sentenza.
Puntini di sospensione, ma in sospeso non c’è nulla. Potrebbe sintetizzarsi così la diatriba legale che per più di 4 anni ha visto confrontarsi Birkenstock con logo Melissa. Al centro della causa per plagio il noto marchio di calzature, che negli ultimi anni è diventato un vero e proprio trend di moda, contro logo Melissa. L’impresa – se così può essere definita – di un uomo residente nella Chinatown di Roma.
Precisamente in via Principe Eugenio. Giulio Zhang, con la collaborazione della zia, gestisce una rivendita di calzature e 4 anni fa gli vengono sequestrate 9 paia di sandali con l’accusa di aver copiato Birkenstock. A una prima occhiata sembrerebbe essere un plagio, al punto che – come racconta Repubblica – qualche settimana dopo al 36enne residente nella Capitale vengono sequestrate altre 10mila calzature della stessa risma.
Si avvia dunque una diatriba legale che, come scrive il quotidiano capitolino, dura 1460 giorni. Odissea giudiziaria al termine della quale viene stabilito che i saldali dell’uomo non sono una copia delle celeberrime Birkenstock. Cosa ha fatto la differenza? La suola. La famosa azienda, infatti, è nota per avere una conformazione ben precisa e riconoscibile.
Mentre le presunte copie del 36enne avevano e hanno alla base del prodotto una suola specifica con tre puntini rientranti nella parte alta del sandalo. Tutto uguale, ma con qualche modifica sostanziale. Questa è valsa al 36enne la riconoscibilità di prodotto “autentico”.
Si tratta, infatti, di sandali logo Melissa verosimili alle Birkenstock ma con una propria caratteristica. Il brand internazionale, infatti, non può depositare il brevetto sulla conformazione delle suole. Voce in capitolo c’è soltanto sul modello generale. Così Zhang e sua zia possono continuare la loro rivendita senza incorrere in ulteriori problemi legali. Tutto risolto.
Anzi la merce sequestrata è stata restituita ai proprietari persino con un piccolo risarcimento per i danni, nella fattispecie mancato guadagno, oltre alle spese processuali. Una situazione – a tratti – complessa che si è risolta con un’analisi accurata. Quel che è certo è che le Birkenstock non passano mai di moda, anzi ispirano la concorrenza.
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La quale – a quanto sembra – non copia ma prende spunto. Per le autorità c’è una bella differenza che può animare il mercato e le prospettive di guadagno. Il precedente della Capitale apre a un confronto serrato sul tema: quando si può parlare di plagio? Anche il minimo dettaglio può risultare rilevante. I margini per una potenziale condanna o assoluzione sono sempre più serrati.
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