Bufera e polemiche sul saluto romano: arriva la decisione ufficiale da parte della CassazioneÂ
Pochi giorni fa scoppiò una vera e propria bufera per quanto riguarda la vicenda di Acca Larenzia in merito al saluto romano da parte di molti presenti che avevano omaggiato i tre ragazzi uccisi (ancora in attesa di giustizia). Polemiche a non finire da parte dell’opposizione e di altri partiti politici. Negli ultimi minuti, invece, è arrivata la decisione ufficiale da parte delle Sezioni unite della Cassazione. Anche se l’argomento in questione riguarda un’altra vicenda.
Ovvero quella di un corteo commemorativo, da parte dell’estrema destra, che si è tenuto a Milano nel 2016. In relazione al saluto romano bisogna contestare il reato di “apologia del fascismo“. Proprio come previsto dall’articolo 5 della legge Scelba. La Cassazione, quindi, ha annullato la condanna nei confronti di 8 persone che avevano, appunto, effettuato il saluto fascista nel capoluogo milanese di otto ani fa.
Nel frattempo gli ermellini hanno disposto un nuovo processo di appello. In un primo momento gli imputati erano stati assolut per l’assenza dell’elemento soggettivo. Successivamente è scattata la condanna in secondo grado nel 2020 (in riferimento alla legge Mancino 1993 che punisce le ideologie discriminatorie). Nel pomeriggio, invece, la decisione da parte della Suprema corte che ha annullato e rinviato, ad un’altra sezione la decisione.
Pietro Gaeta, legale generale della Cassazione, dinanzi alle Sezioni Unite della Suprema Corte, ha dichiarato: “Il saluto romano rientra nel perimetro punitivo della legge Mancino quando realizza un pericolo concreto per l’ordine pubblico. La nostra democrazia è forte e sa distinguere“. Il pg della Cassazione ha confermato che bisogna distinguere la finalitĂ commemorativa con il potenziale pericolo di ordine pubblico.Â
Come annunciato in precedenza la vicenda non si riferisce alla commemorazione, verificatasi nei primi giorni di gennaio, in merito al 46mo anniversario della strage di Acca Larenzia (a Roma). Anche perché, in questa dinamica, è stato aperto un fascicolo in cui sono state inserite dieci persone nella lista degli indagati. Mentre la Digos ha identificato almeno un centinaio di persone.
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