L’uso quotidiano del caffè può comportare alcuni svantaggi sulla salute dell’uomo e soprattutto sul colesterolo, ma anche tanti vantaggi
Il caffè è una delle bevande maggiormente apprezzate al mondo. In Italia in particolar modo c’è una tradizione che nei secoli l’ha imperniato nella cultura popolare. Una tazzina appena svegliati e una dopo pranzo sono la normalità, ma c’è anche chi va oltre e facendone uso più volte durante la propria giornata. Per qualcuno è diventato una dipendenza, per altri un motivo di unione. “Ci andiamo a prendere un caffè al bar” è la scusa per condividere del tempo con persone care. Ma dietro questa prassi quotidiana ci sono anche molte domande sul reale effetto che questo può avere sulla salute dell’essere umano.
Conosciamo bene l’effetto della caffeina, utile nel pensiero comune per mantenere viva l’attività celebrale e fisica in quelle giornate che si possono rivelare più stancanti. Ma non è l’unica sostanza contenuta in quella che può essere considerata una primitiva bibita energetica. Secondo alcuni studi condotti nel 1994 dal ricercatore olandese Martijn Katan, all’interno dei chicchi di caffè sarebbe presente anche il cafestolo. Si tratta di un diterpene che se assunto aumenta il livello di colesterolo LDL nel sangue, incidendo sul metabolismo del fegato. Insomma, un ragione in più per moderare l’utilizzo di questa bevanda, ma qual è realmente la sua influenza sulla salute umana? Può comportare ripercussioni gravi? La risposta è: no.
Stando a quanto rivelato da Michaël Sels, dietologo dell’UZA, ai microfoni di hln.be, l’incidenza che il Cafestol ha sull’essere umano è minima: “L’effetto del caffè sul colesterolo è stato dimostrato” – come visto sopra – “ma in pratica è trascurabile“. Un respiro di sollievo, dunque, per tutti gli italiani e non solo, soprattutto dopo i dati aggiunti successivamente dallo stesso esperto: “Con l’assunzione di 10 mg di cafestolo i valori LDL aumentano appena del 2%. Ciò equivale a tre o quattro tazze di caffè. Penso sia davvero esagerato affermare che questo effetto avrebbe conseguenze importanti per la salute“.
La media italiana, in questo senso, rientra di poco nei limiti. Stando agli ultimi dati statistici nel nostro paese si consumano quattro tazzine al giorno. Salvi per un pelo, verrebbe da dire. Ma attenzione, il caffè non può e non deve essere visto come un nemico. Ad attirare l’attenzione sono ancora le parole di Sels che rivela i vantaggi che questa bevanda può offrire: “La caffeina può anche avere effetti positivi. Aumenta la concentrazione e può aiutare gli atleti a migliorare la resistenza. La ricerca ha anche dimostrato che il caffè può aiutare a prevenire danni ai reni, ridurre il rischio di diabete di tipo 2 e stimolare la combustione dei grassi se bevuto senza zucchero e non prima di andare a dormire“. Insomma, berlo non crea problemi, l’importante è che tutto venga fatto con criterio.
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