Scontro rimandato a settembre, ma sul nodo carceri la maggioranza continua ad essere spaccata. Due le questioni su tutte: sovraffollamento e custodia cautelare. Meloni non vuole provvedimenti che sembrino indulti mascherati
Uno striscione contro Meloni, Nordio e Salvini apparso sul ponte pedonale di via degli Annibaldi, in pieno centro a Roma, di fronte al Colosseo. “Salvini, Meloni, Nordio: boia, libertà per i detenuti”, questo il suo contenuto.
Cosa ha provocato la scrittura di tali invettive, comparse due notti fa? Tutto è legato al Dl Carceri, emanato dal governo poco prima dell’interruzione dei lavori per la pausa estiva. Il decreto è stato anche firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Il popolo romano, quello libero e ribelle – è scritto ancora in un comunicato – che lotta per una Roma sovrana e popolare, non dimentica i suoi figli, padri, fratelli e sorelle. E lo fa dal suo cuore, il Colosseo, simbolo di romanità in tutto il mondo”.
Erano bastate d’altro canto solamente 48 ore per capire che uno dei fronti caldi su cui si confronterà la maggioranza a settembre sarà dunque la riforma della custodia cautelare. Tema rovente e divisivo per due ordini di motivi. Il primo: l’emergenza carceri ormai non è più questione rinviabile. Seconda questione tutta politica: nella maggioranza ci sono sensibilità diverse. Forza e Italia spinge sul punto, come anche – con sfumature diverse – la Lega. Più cauta la posizione di Fratelli d’Italia, con la premier che nel faccia a faccia dei giorni scorsi con il ministro della Giustizia Carlo Nordio avrebbe sottolineato la necessità di “conciliare la non colpevolezza dell’indagato con le esigenze di sicurezza”. Insomma Meloni non vuole si approvino provvedimenti che possano sembrare indulti mascherati. La speranza dunque è che l’estate attenui e smussi gli spigoli, ecco perchè ogni confronto è stato posticipato alla ripresa dei lavori in aula. Nel frattempo ci si parla a suon di interviste e dichiarazioni a mezzo stampa.
Carceri: sovraffollamento e custodia cautelare. Scontro rimandato in maggioranza, a settembre la resa dei conti
Come nel caso del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro intervistato da Repubblica, “Il potentissimo Dl carceri è stato condiviso da tutti. Assicurare la certezza della pena non significa essere contro il garantismo in cui si riconosce anche FdI” “Oggi i detenuti in custodia cautelare sono 15.000 su 60.000. Cio’ ne dimostra un uso smodato. Il bilanciamento tra i principi di non colpevolezza ed esigenze di sicurezza si puo’ fare, ma non e’ nell’agenda del governo privare la magistratura di importanti strumenti per combattere il crimine”. Quanto all’intercettazioni prosegue il deputato di FdI “l’intervento del governo si e’ limitato solo all’uso giornalistica. Voleva continuare a fare i titoloni con registrazioni di nessuna rilevanza penale anche di persone non indagate? Abbiamo solo spezzato il cortocircuito mediatico tra procure e giornalismo. Sono sicuro che (gli elettori, ndr.) non vogliono evitare le intercettazioni contro il crimine ma sono disgustati da quelle di nessuna rilevanza che finiscono sui giornali”… “Con tutto il centro destra stiamo ragionando su misure che umanizzino la pena, a partire da 255 milioni di euro gia’ investiti per recuperare 7.000 dei 10.000 posti detentivi mancanti frutto dell’eredita’ della sinistra”, conclude poi Delmastro.
Sul fronte delle opposizioni vanno registrate le parole del deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, che in un’intervista al Domani aveva, due giorni, fa ben espresso non solo il suo punto di vista sul tema carceri, ma anche quello che sarebbe l’obiettivo di questo esecutivo: “Secondo me governo e maggioranza hanno un disegno ben preciso, che è quello di far esplodere la situazione nelle carceri per poi mettere in atto e giustificare un’opera di repressione molto appariscente”.