L’ex ministro della Cultura risulta indagato per rivelazione e diffusione d’atti d’ufficio a seguito della denuncia presentata da Bonelli
Può sembrare accanimento, forse in parte lo è pure, ma è solo la ricerca della verità. L’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano risulta essere indagato per peculato, rivelazione e diffusione di atti d’ufficio da parte della procura di Roma.
Un’iscrizione come indagato che deriva dalla denuncia fatta presso il posto di polizia di Montecitorio dal deputato di Avs Angelo Bonelli che aveva annunciato che l’avrebbe depositata. E così è stato. L’ex titolare del Mic (ministero della Cultura ndr) Gennaro Sangiuliano verrà presto chiamato dai magistrati che indagheranno che tutto sia stato fatto in maniera corretta così come ha detto lui stesso.
Anzi da un certo punto di vista, l’ex ministro non vede l’ora di dimostrare che tutto quello che ha detto e fatto corrisponde al vero, ossia che non ha rivelato nulla a Maria Rosaria Boccia inerente al ministero o a qualsiasi cosa che riguardi situazioni di governo.
Non solo la Procura di Roma, anche la Corte dei Conti del Lazio si è attivata e, sempre nei suoi confronti, ha aperto un fascicolo per danno erariale legato alle possibili spese che il ministero avrebbe sostenuto per l’imprenditrice di Pompei. Una mossa alquanto prevedibile soprattutto per le dichiarazioni rese dalla stessa Boccia che lei, nei vari spostamenti effettuati con Sangiuliano, non aveva tirato fuori un solo euro.
Spese e conti da approfondire
Da qui l’inchiesta e l’indagine portata avanti nei confronti di Sangiuliano da parte della Procura di Roma e della Corte dei Conti, cosa che lo stesso giornalista aveva quasi implorato che si facesse, anche perché potrà in questo modo dimostrare che le spese che sono state sostenute per la Boccia le ha fatte lui direttamente e non certo il Ministero.
Lei, l’imprenditrice di Pompei, continua a parlare e a difendersi, scrivendo sui social la sua verità: “Sono determinata a dimostrare la verità della mia virtù, soprattutto per amore della Repubblica Italiana e della Democrazia“. La Procura romana condotta nello specifico da Francesco Lo Voi ha passato il fascicolo in questione al collegio competente ma dando indicazioni sulle cose su cui bisogna andare a fondo, come i viaggi, i soggiorni e le cene che il ministro aveva mentre c’era la 41enne di Pompei.
C’è da dire una cosa su tutta questa situazione, ossia che a Maria Rosaria Boccia è stato impedito l’accesso alla Camera dei Deputati. Già perché la Commissione sicurezza di Montecitorio si era attivata dopo che lei stessa aveva postato, forse in maniera fin troppo ingenua, dei video da lei registrati all’interno della Camera dei Deputati registrati con degli occhiali che registravano.
A sospendere il suo accesso è stato l’organismo interno alla Camera, composto dal vicepresidente della Camera, Sergio Costa, e dai tre deputati questori, Benvenuto, Trancassini e Scerra, che le avrebbe revocato i permessi d’ingresso per la stessa Camera dei Deputati