Si sono concluse ieri le ricerche dell’arma con cui il killer ha ucciso la 33enne barista Sharon Verzeni a Terno d’Isola.
I carabinieri ed i volontari dell’associazione Mu.Re. (Museo recuperanti di Toscolano Maderno), specializzati con i loro metal detector nella ricerca di reperti bellici, hanno scandagliato diverse aree del piccolo centro in provincia di Bergamo. Tombini, campi, un torrente, un capanno, la villetta dove Sharon viveva con il fidanzato: dell’arma, presumibilmente un coltello da cucina, non c’è traccia. Ad un mese esatto dall’omicidio della 33enne, insomma, il delitto è ancora irrisolto.
Il compagno della vittima, Sergio Ruocco, idraulico di 37 anni, è stato sentito più volte dagli inquirenti come persona informata sui fatti, non essendo indagato. Ruocco da qualche giorno è tornato al lavoro. “Le ricerche del coltello? Mi sembra un po’ tardi adesso. – ha detto Ruocco – Si vede che prima avevano cose più urgenti da controllare probabilmente. Ma non è il mio lavoro, non posso giudicare”. C’è anche un’altra pista che in queste ore sta calamitando l’attenzione degli inquirenti.
L’ipotesi è che l’assassino possa essere uno degli spacciatori che frequenta la piazza del paese, scomparso da diverse settimane. “È passato un mese, è giusto controllare quello che si può controllare. – ha continuato il fidanzato di Sharon, ospitato a casa dei genitori della vittima dalla notte dell’omicidio – È giusto controllare le persone, come controllano un po’ tutti. È giusto battere un po’ tutte le piste. Vivo male, tornare al lavoro in questa situazione non è il massimo. Sento ovviamente l’affetto dei colleghi, mi stanno vicino”.
La piazza di cui sopra è piazza VII Martiri, dove fino a poco tempo fa si trovavano una decina di presunti spacciatori nordafricani. “Dalla notte in cui è stata uccisa Sharon non si vedono più in piazza. – ha raccontato Mohammed, 30enne egiziano che vive a Terno d’Isola – In giro però ogni tanto li incontro, tranne uno di loro, sparito da un mese. È un marocchino che viveva a Terno d’Isola, poi si era spostato altrove, forse a Medolago, ma continuava a venire in paese. Faceva casini e spariva”. L’assenza sospetta l’uomo l’ha già segnalata anche ai carabinieri.
L’avvocato Luigi Scudieri, legale della famiglia di Sharon Verzeni, ha ringraziato la cittadinanza, il sindaco di Terno d’Isola Gianluca Sala ed i volontari del Mu.Re. per la collaborazione prestata per consentire agli inquirenti gli opportuni accertamenti sui luoghi del delitto. “Il vile assassino di Sharon deve sapere che nessun ostacolo fermerà mai la sua individuazione“, ha scritto in una nota il legale. “Abbiamo delle ragioni – ha spiegato Maria Cristina Rota, procuratrice facente funzione a Bergamo – per essere moderatamente ottimisti di arrivare in tempi non lunghi alla soluzione del caso. La popolazione non deve allarmarsi al punto di modificare il proprio stile di vita. Il territorio è sufficientemente controllato dalla forze di polizia”.
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