Emergono nuovi dettagli sul caso della professoressa arrestata a Castellammare. I video hard, la saletta e le chat: il punto della situazione
La vicenda di cui vi parliamo oggi ha radici profonde e, dal punto di vista della cronaca, è emersa il 14 novembre 2024 quando una trentina di genitori di alunni della scuola media del quartiere di Scanzano di Castellammare di Stabia si sono recati nei corridoi dell’istituto per farsi giustizia da soli. Al centro delle loro accuse una professoressa di sostegno che, secondo i racconti dei loro figli, avrebbe avuto comportamenti di natura sessuale con loro: a distanza di meno di due mesi, la docente è stata arrestata per maltrattamenti, violenza sessuale, corruzione di minore e induzione al compimento di atti sessuali.
Sebbene la professoressa ad oggi sia ancora formalmente in servizio presso l’Istituto di Castellammare, è da qui che i Carabinieri l’hanno prelevata su ordine del gip di Torre Annunziata, al termine delle indagini. Al momento si trova nel carcere di Benevento e, come già fece il 14 novembre 2024, si difende da ogni accusa e sostiene che le prove che sussistono contro di lei siano state realizzate con l’intelligenza artificiale. Ecco però cosa avrebbe fatto: la ricostruzione degli eventi.
Secondo l’accusa, la professoressa avrebbe coinvolto sette studenti, quattro ragazzi e tre ragazze tra cui quello sul quale avrebbe dovuto esercitare le sue funzioni di sostegno, in chat a luci rosse ma non solo. Tutto sarebbe nato dalla sospensione di uno degli alunni coinvolti che, stanco di quanto doveva subire, si sarebbe confidato con i suoi genitori e avrebbe convinto gli altri a fare lo stesso: mamme e papà, quindi, si sono trovati di fronte a messaggi Whatsapp e Instagram scambiati con la docente dal chiaro sfondo erotico-sessuale.
Le domande che la docente poneva loro erano varie e andavano dalla musica che i suoi studenti amavano mettere quando praticavano atti erotici all’età in cui avevano scambiato il loro primo bacio. Da questi temi, però, si sarebbe presto passati ad altri ben più spinti: entra in gioco, a questo punto, la saletta degli orrori.
All’interno dell’Istituto presso il quale la professoressa esercitava il suo ruolo, ci sarebbe un’aula denominata proprio “saletta” sia dagli studenti che dagli addetti ai lavori nella quale la docente, a partire dall’ottobre 2023, avrebbe condotto gli studenti in piccoli gruppi composti da due o tre alla volta. Qui, con la scusa di aiutarli nella ripetizione delle materie scolastiche, avrebbe rivolto loro domande molto esplicite, mostrando loro filmati pornografici e invitandoli ad intavolare conversazioni sessualmente esplicite.
Gli studenti, inoltre, sembrerebbe che siano stati forzati anche a compiere atti sessuali tra di loro e, in una circostanza, la docente avrebbe avuto addirittura un rapporto con un suo studente. Il tutto avveniva anche su Instagram, dove la professoressa aveva creato un gruppo denominato sempre “la saletta” nel quale invitava gli alunni a sostenere conversazioni del medesimo tiro.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti, gli alunni coinvolti dalla professoressa in questa situazione sarebbero stati minacciati da lei stessa circa la possibilità di essere bocciati o di mandare i genitori in carcere se avessero raccontato qualcosa. Secondo il procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso, le indagini dovranno anche chiarire come sia stato possibile che una docente abbia perpetrato questi comportamenti per più di un anno e che nessuno degli addetti ai lavori si sia accorto della situazione e abbia segnalato il problema.
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