Giulia Cecchettin, l’Università di Padova ha consegnato la laurea alla famiglia in memoria della giovane uccisa: il toccante discorso di papà Gino e della sorella Elena
Il 16 novembre avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea in ingegneria biomedica. Ed invece non si è mai presentata visto che, pochi giorni prima, era stata barbaramente uccisa da parte del suo ex fidanzato nonché killer, Filippo Turetta. Quello sarebbe dovuto essere un giorno speciale per Giulia Cecchettin, la ragazza di 22 anni uccisa in quel di Vigonovo (Venezia). Questa mattina, all’Università di Padova, è stata conferita alla vittima di femminicidio la laurea alla memoria in ingegneria biomedica.
Presente il resto della sua famiglia: papà Gino, la sorella Elena ed il fratello Davide. Non c’era spazio per le emozioni, ma solamente tanto dolore e rabbia visto che non avrebbero mai voluto vivere questa scena. Proprio il padre non riesce a trattenere le lacrime ed ammette che gli risulta difficile essere felice. D’altronde non potrebbe essere altrimenti. La cosa certa è che sua figlia non vedeva l’ora che arrivasse quel giorno per laurearsi dopo aver studiato una vita su quei libri.
I suoi sacrifici stavano per essere ripagati, fino a quella maledetta sera dell’11 novembre quando il suo killer l’ha accoltellata più volte fino a farla morire dissanguata. Gino Cecchettin ha voluto ringraziare i vertici dell’Ateneo e la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini per aver onorato la memoria di sua figlia, un atto d’amore nei suoi confronti. Un discorso commovente quello di suo padre che non riesce ad accettare il fatto che sua figlia non sia più in questo mondo.
Questa sono alcune delle sue parole: “Cara Giulia, mai avrei pensato di trovarmi qui con cuore trafitto a piangere la tua assenza in una cerimonia in tuo onore. Tante volte ti ho immaginato sorridente. Non hai potuto assaporare di persona la felicità per il meritato traguardo. Sei stato un esempio emblematico di generosità, la tua determinazione incrollabile mi ha insegnato a perseguire i miei obiettivi con una tenacia che non mi era propria. Hai ottenuto il tutto con il massimo impegno. Hai provocato uno squarcio nelle nostre coscienze. Farò il possibile per portare in alto il tuo nome. Ci manchi più dell’ossigeno. Sarai per sempre nel mio cuore“.
Anche la sorella Elena ha voluto ricordare la sorella: “Mi chiedevo come tu fossi sempre lucida e comprensiva. Non dobbiamo mai dimenticare quante cose avresti potuto fare. Non dobbiamo dimenticarcene perché a nessuna altra donna venga tolta la possibilità di farlo. Eri il mio piccolo genietto“.
La rettrice di Padova, Daniela Mapelli, la ricorda con affetto e come il “primo violino” di una orchestra. Un punto di riferimento per tutti i suoi colleghi. Decisa nel raggiungere i propri obiettivi. Soprattutto dopo la morte della madre. Una tesi definita “brillante” che non ha potuto proporre perché vittima di una violenza crudele nei suoi confronti. Anche la ministra Bernini riferisce che la laurea è un atto dovuto per lei che lo meritava assolutamente: “Questi sono temi che non hanno un colore politico. Ognuno di noi deve fare qualcosa: non esiste l’indifferenza, è un insulto a Giulia“.
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