Il governo italiano segue con apprensione la situazione della giornalista arrestata a Teheran, c’è l’ambasciatrice che l’ha vista e Tajani che rassicura
La storia della giornalista italiana Cecilia Sala ha fatto il giro del mondo. La cronista arrestata a Teheran il 18 dicembre e che si trova in una cella d’isolamento completamente da sola, sta mettendo parecchia apprensione e creando anche molta tensione tra i due paesi, Italia e Iran, anche perché non c’è alcun motivo per il suo arresto e il governo italiano, pur con diplomazia, sta cercando di fare pressioni per ottenere la libertà immediata della giornalista.
Ci sono delle trattative che vanno avanti da diversi giorni, ma la giornalista Cecilia Sala è ancora rinchiusa nel carcere iraniano di Evin, conosciuto in tutto il mondo non certo per la sua tranquillità anche perché lì il governo rinchiude tutti i dissidenti e chi protesta sia per le idee religiose che per quelle politiche. La Sala però in tutto questo non c’entra nulla e la sua carcerazione sembra tanto un pretesto che ha voluto usare l’Iran per altri scopi.
Attivo il governo, pressing di Tajani e Meloni
Appena è stata resa nota la vicenda, il governo italiano, che stava già trattando e operando da giorni sulla questione, è molto attivo e sta cercando di trattare la liberazione della cronista. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni “segue con costante attenzione la complessa vicenda fin dal giorno del fermo, il 19 dicembre. E si tiene in stretto collegamento con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano, al fine di “riportare a casa al più presto la giornalista italiana – la nota di Palazzo Chigi – D’accordo con i suoi genitori, tale obiettivo viene perseguito attivando tutte le possibili interlocuzioni e con la necessaria cautela, che si auspica continui a essere osservata anche dai media italiani”.
Cecilia Sala è una nota freelance di 29 anni che collabora per l’agenzia di podcast Chora News e per il quotidiano Il Foglio, si occupa di guerra e di geopolitica internazionale. Il suo arresto è avvenuto il 19 dicembre a Teheran e da oltre una settimana è nella prigione di Evin, la stessa dove due anni fa venne incarcerata un’altra italiana, Alessia Piperno, dove rimase per 45 giorni. Quello che colpisce anche lo stesso governo è che nessuno sa i motivi per cui è stata arrestata la giornalista e a spiegarlo è lo stesso Tajani: “Non abbiamo i capi d’accusa perché l’avvocato non ha ancora avuto la possibilità di visitarla in carcere. Speriamo che lo possa fare nei prossimi giorni e che possa avere quanto prima dei capi di imputazione precisi“.