Da sempre si è molto dibattuto sulla possibile relazione tra le onde elettromagnetiche emesse dallo smartphone e la formazione di cellule tumorali nel cervello
Un maxi studio condotto dall’Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency, per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha dato la risposta che da anni medici, studiosi e scienziati hanno cercato. La diretta correlazione tra l’uso smodato del cellulare e i possibili tumori al cervello o alla testa. Un risultato che fa finalmente chiarezza spazzando via ipotesi e illazioni senza nessuna cognizione scientifica.
Tutti i cellulari, come tutto ciò che utilizza la tecnologia wireless, inclusi laptop e smart tv, emettono radiazioni elettromagnetiche a radiofrequenza, o onde radio. La quantità di radiazioni assorbite dal corpo è misurata in Sar (Specific Absorption Rate) espresso in watt per chili. Questa unità di grandezza misura la quantità di radiazioni assorbite e le traduce nel rischio di effetto termico al quale il corpo è esposto. Per garantire la sicurezza degli utenti l’Unione Europea ha fissato a 2 W/kg il limite massimo consentito per le emissioni dei cellulari per evitare qualsiasi effetto termico a livello del cranio.
L’ultimo allarme era arrivato non tanto tempo fa quando l’Autorità francese per le frequenze prese la drastica decisione di fermare la vendita di alcuni modelli di iPhone perché risultati non a norma con i limiti di SAR imposti dalla UE, riaccendo così l’annoso dibattito sugli effetti delle onde elettromagnetiche dei telefonini sulla salute. La verità è che, a distanza di molti anni dall’invasione dei cellulari nelle nostre vite, non è ancora possibile dare una risposta definitiva ai dubbi sulla sicurezza delle onde elettromagnetiche emesse dagli smartphone, ma ora è finalmente arrivato uno studio che fa chiarezza. E la conclusione a cui approda un’analisi completa delle migliori evidenze scientifiche disponibili, commissionata dall’Organizzazione mondiale della sanità e guidata dall’agenzia australiana Arpansa, è sorprendente e farà comunque scalpore. “Non c’è alcuna evidenza scientifica che colleghi l’uso dei cellulari allo sviluppo di tumori cerebrali, nemmeno dopo un utilizzo prolungato nel corso degli anni”, questa il risultato finale emerso dallo studio.
Un risultato per certi versi sorprendente e in controtendenza con tutto quello che fino ad ora ci era stato raccontato. Ovvio che restano sempre valide le logiche misure di attenzione come quelle di utilizzare, se costretti a lunghe telefonate nell’arco della giornata, cuffie e auricolari in modo da non accostare per troppo tempo il cellulare all’orecchio e alla testa, ma l’esito dello studio è molto chiaro. L’agenzia preposta ha esaminato oltre 5.000 studi, tra cui sono stati identificati i più rigorosi dal punto di vista scientifico. L’analisi finale ha incluso 63 studi osservazionali sugli esseri umani pubblicati tra il 1994 e il 2022, rendendo la revisione la più completa finora condotta. In questi anni l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Oms aveva classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza emessi dai telefoni cellulari come “possibilmente cancerogeni”, ma questa categoria è ben diversa da quella riservata agli agenti “sicuramente cancerogeni” come ad esempio è sicuramente il fumo sia attivo che passivo. I ricercatori australiani ora si dedicheranno alla seconda parte dello studio, che esaminerà i tumori meno comunemente associati ai telefoni cellulari, tra cui la leucemia e il linfoma non-Hodgkin, perchè anche se per ora resta scongiurata la correlazione con quelli del cervello e della testa, il livello di attenzione deve rimanere comunque alto.
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