Cerca di vendere dita di piedi al mercato nero: “Non può essere condannata”

Curiosa decisione da parte del tribunale sul caso di una donna che aveva messo in vendita sul mercato nero delle dita umane

Un’australiana ha pensato bene di trasformare il mercato nero in un girone dantesco, mettendo in vendita dita dei piedi umani. Sì, avete letto bene. Dita dei piedi. Non stiamo parlando di calzini usati o di un pedicure fai-da-te, ma di veri e propri resti umani.

Piedi
Cerca di vendere dita di piedi al mercato nero: “Non può essere condannata” – Cityrumors.it

La protagonista di questa macabra vicenda è Joanna Kathlyn Kinman, una donna che, evidentemente, ha un concetto tutto suo di “oggetti da collezione”.

La Kinman, che lavorava in un rifugio per animali, si è imbattuta in un macabro ritrovamento: due cani avevano “restituito” alcune dita dei piedi umane, appartenenti al loro defunto padrone.

Invece di chiamare la polizia o, così per dire, di seppellirle con un minimo di dignità, la Kinman ha pensato bene di conservarle in un barattolo con formaldeide (usata come disinfettante e come conservante, persino come conservante alimentare), come fossero sottaceti.

Dita umane messe in vendita sul mercato nero

Ma non finisce qui. La donna, evidentemente affascinata dal mercato dell’orrido, ha deciso di mettere in vendita le dita dei piedi su un gruppo Facebook chiamato “Bone Buddies Australia”. Un nome che, diciamolo, fa venire i brividi solo a pronunciarlo.

Dita dei piedi
Dita umane messe in vendita sul mercato nero – Cityrumors.it

La Kinman, che a quanto pare era una frequentatrice abituale del gruppo, aveva già messo in vendita in passato “esemplari umidi” di un gattino e di un cucciolo nati morti. Un vero e proprio emporio degli orrori.

Fortunatamente, la polizia è intervenuta prima che qualcuno potesse acquistare le dita dei piedi. La Kinman è stata arrestata e processata, rischiando fino a due anni di carcere. Ma ecco un nuovo colpo di scena. Sì, perché il giudice, evidentemente colpito dalla sua “originalità”, l’ha condannata a 18 mesi di carcere con sospensione della pena e a 150 ore di servizi alla comunità.

Un finale tutto sommato “felice” per la Kinman, che ha evitato la prigione e ha potuto continuare la sua collezione di oggetti bizzarri. Ma la domanda sorge spontanea: cosa le passerà per la testa la prossima volta che troverà un osso o un arto abbandonato? A quanto pare, le sue bizzarrie non sono considerate degne di finire in carcere.

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