Non finiscono (a quanto pare) i guai per Chiara Ferragni: adesso arrivano le parole da parte di una importante associazione no-profit americana che afferma di non conoscerla e di non aver mai avuto soldi da lei
Altro che caso Pandoro. A rovinare l’immagine e la reputazione di Chiara Ferragni potrebbe essere un altro caso che sta facendo molto discutere. Oramai il regno dell’imprenditrice digitale, passo dopo passo, sta per crollare. Una “piccola” parte dei suoi followers (più di 300mila) ha deciso di non seguirla più sui social network dopo lo scandalo Balocco (ricordiamo che è attualmente finita nella lista degli indagati per truffa aggravata).
Per parlare di quest’altra vicenda bisogna tornare indietro di qualche anno fa. Precisamente nel 2019 quando, sui suoi canali ufficiali social, annunciava la creazione di una bambola in edizione limitata. Una bambola, appunto, che le somigliava parecchio. Il ricavato delle vendite sarebbe andato direttamente ad una importante associazione no profit americana denominata “Stomp Out Bullying“. La Procura sta indagando oltre alla questione del pandoro Balocco “Pink Christmas“.
Altre iniziative benefiche, della nativa di Milano, finite nella lente di ingrandimento della Procura. Queste erano le sue parole nel 2019: “Ho deciso di fare un primo passo e associarmi a questa organizzazione no profit che si occupa di bullismo“. Un bambola che, a dire il vero, ha avuto un importantissimo successo visto che in soli cinque ore è andata completamente “sold out“.
I ricavati della vendita di questa bambola, fa sapere l’azienda controllata dalla Ferragni “Tbs Crew“, nel comunicato aveva scritto: “I ricavati derivanti dalle vendite di tale bambola sono stati donati all’associazione “Stomp Out Bullying. L’impegno nei confronti di tale associazione ha riguardato esclusivamente le vendite fatte sul canale e-commerce diretto e non anche su altri canali gestiti da terzi“.
Saranno davvero andati, questi soldi, a questa associazione? A quanto pare no. A fare chiarezza in merito ci ha pensato il programma “Zona Bianca” che ha voluto fare il punto della situazione. Questi soldi alla “Stomp Out Bullying” non sarebbero mai arrivati. Anzi, il suo nome o quello delle sue società non sarebbe mai comparso. Il programma di Rete4 ha contattato, su Linkedin, la fondatrice e ceo dell’associazione, Ross Ellis Ceo. Sulla Ferragni ha dichiarato: “Non sappiamo chi sia questa donna e non abbiamo mai ricevuto una donazione“.
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