Codice della strada, le nuove norme stringenti su alcol e stupefacenti mettono in crisi il settore enogastronomico: l’allarme dei gestori.
Un bicchiere di vino non ha mai fatto male a nessuno. Questa frase potrebbe diventare desueta con il nuovo Codice della strada, il motivo è semplice: le norme aggiornate prevedono una stretta sensibile sui controlli per chi guida. Niente droga o alcol al volante: questo era chiaro anche prima, ma le norme a firma Salvini abbassano le soglie di tolleranza e inaspriscono le pene nei confronti di chi trasgredisce.
L’obiettivo è non far bene o assumere stupefacenti a chi guida, ma l’abbassamento delle soglie consentite potrebbe mettere in guardia a livelli importanti. Persino due bicchieri di vino, quantificati in percentuale di tasso alcolico, risulterebbero eccessivi. Pena possibile: il ritiro della patente. Situazioni esperanti, ma probabili.
Ecco perché gli automobilisti discutono da giorni. Sulla questione si schierano anche cantanti e artisti di vario genere: da Vasco Rossi a Piero Pelù, tutti contro il nuovo iter per la circolazione su strada. L’allarme, in toni diversi, lo lanciano anche i gestori di enoteche. La porzione di mercato, per quanto riguarda vini e super alcolici, è direttamente interessata: se le persone che guidano cominciano a bere meno per evitare problemi, il settore vinicolo e non solo vedrà una netta riduzione degli introiti.
A precisarlo è Ferruccio Ribezzo, Presidente del Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero. Il quale sottolinea che nessuno, tantomeno lui, vuole minare la sicurezza sulle strade: “La prevenzione prima di tutto – afferma – però con questi parametri le industrie vinicole avranno gravi perdite”.
A guidare sono moltissime persone, le quali rinunceranno anche al canonico bicchiere che magari prima osavano prendere. Infatti Ribezzo non difende l’abuso di alcol, si scaglia però contro l’eccessiva severità di determinati provvedimenti: “È ovvio che nessuno deve mettersi al volante se non è in grado di farlo – precisa il Presidente del Consorzio a La Repubblica – ma noi vogliamo tutelare il comparto vinicolo. Se chi prendeva la bottiglia quando era in compagnia ora è costretto a prendere il calice, diventa un problema”.
Insomma il campanello d’allarme c’è: si berrà meno e ci saranno entrate dimezzate. Le proposte alternative non mancano: la mobilità alternativa è una di queste. Bici o monopattini, inoltre si sta pensando anche a un servizio taxi nei pressi delle enoteche e dei wine bar: “Così nessuno perderà la serata”, spiega Ribezzo.
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Serviranno tutta una serie di accorgimenti, a partire dalle tariffe proposte dai tassisti in determinati ambienti, ma la voglia di superare – restando entro i limiti del consentito – le reticenze c’è. In gioco la sussistenza di un intero settore che gode di notevoli introiti, in grado di soddisfare centinaia di migliaia di famiglie. Prevenzione e sostenibilità devono andare a braccetto, senza alzare il gomito.
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