Il portavoce dell’Onlus Pro Vita & Famiglia, in esclusiva a Cityrumors.it dopo la mozione che auspica l’inserimento dell’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali Europei: “Un giorno tragico”
“Ieri è stato un giorno tragico per la storia dell’Europa”. Con queste parole Jacopo Coghe, portavoce dell’Onlus Pro Vita & Famiglia, commenta ai microfoni di Cityrumors, la scelta del Parlamento Europeo di approvare la mozione che auspica l’inserimento dell’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali. La proposta è passata con 336 voti a favore, mentre ad opporsi sono stati in 163. Si tratta, per dovere di cronaca, di un voto simbolico: la risoluzione non è ibfatti vincolante e il diritto all’aborto richiederebbe l’appoggio di tutti i 27 Stati membri per essere incluso nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione.
Ma il passaggio vissuto ieri in Parlamento Europeo e fortemente voluto dai partiti che rappresentano le coalizioni di sinistra (in Italia ha avuto l’appoggio del Partito Democratico, +Europa, il Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda), rappresenta un importante passo in avanti per quello che è stato giudicato da molti un un “diritto fondamentale” e un “valore comune” da incentivare. Motivi che hanno portato il portavoce di Pro Vita & Famiglia a protestare contro questa scelta del Parlamento Europeo. L’Onlus ha infatti fatto circolare a Bruxelles un grande camion-vela con l’immagine stilizzata di un feto insanguinato e lo slogan: “To Kill a Baby is Not a Fundamental Right”: “Uccidere un bambino non è un diritto fondamentale”.
Pro Vita chiede con forza all’Italia di opporsi fermamente in tutte le sedi all’obiettivo di questa risoluzione, e di “respingere la deriva ideologica totalitaria che giunge dall’Unione Europea in tema di vita”. Nel comunicato pubblicato dall’Onlus viene spiegato che “L’uccisione di una vita umana nel grembo materno viene solennemente promossa dall’attuale maggioranza dell’Europarlamento”.
Coghe (Pro Vita) a Cityrumors.it: “Uccidere un bambino non può essere un diritto fondamentale”
Coghe, cosa l’ha spinta a scendere in piazza a Bruxelles?
“Ieri, come rappresentante di una delegazione di Pro Vita & Famiglia mi sono recato a Bruxelles per denunciare la folle deriva ideologica che sta prendendo l’Unione Europea sui temi bioetici”.
A cosa si riferisce?
“Alla risoluzione che chiede di inserire l’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Si tratta di una cosa che è aberrante: si chiede di promuovere l’uccisione di un bimbo nel grembo materno come un “valore comune positivo”. Per questo abbiamo fatto girare intorno alle istituzioni europee questo camion-vela con un messaggio molto chiaro: Uccidere un bambino non è un diritto fondamentale, Lo stesso messaggio che avevo con me”.
Il Parlamento Europeo è stato piuttosto chiaro nella sua votazione: 336 voti a favore, mentre ad opporsi sono stati in 163. Una scelta che la dice lunga sulla volontà di molti parlamentari…
“Bisogna ricordare due cose: primo, che la regolamentazione dell’aborto è di esclusiva competenza degli Stati nazionali, e quindi oggi l’Unione Europea ha oltrepassato i propri limiti imposti dai Trattati. Secondo, che la risoluzione approvata oggi, per quanto grave, ha solo un valore di indirizzo politico e non è giuridicamente vincolante, perché per inserire l’aborto nella Carta dei Diritti UE serve il consenso di tutti i 27 Stati membri”.
In un comunicato, avete parlato di battaglia politica…
“Pro Vita & Famiglia continuerà a sensibilizzare l’opinione pubblica italiana ed europea su questa deriva ideologica soprattutto in vista delle prossime elezioni europee di giugno. Inviteremo i cittadini a votare solo quei partiti che oggi si sono opposti chiaramente alla promozione dell’aborto come “diritto fondamentale”.