Collegno, l’ombra del concorso in omicidio: Alex Cotoia rischia

Il dramma di Collegno torna sotto i riflettori: la Procura Generale ipotizza il coinvolgimento del fratello di Alex nella morte del padre.

Un nuovo capitolo si aggiunge al caso di Alex Cotoia, il giovane che aveva ucciso il padre Giuseppe Pompa nel 2020 per difendere la madre dalle sue violenze. A distanza di quattro anni, la Procura Generale riapre la questione, ipotizzando il concorso in omicidio volontario per il fratello di Alex, Loris.

nuova svolta
una svolta concreta al caso di Collegno cityrumors.it foto Ansa

Il dramma familiare, che ha già scosso l’opinione pubblica, rischia ora di trascinare entrambi i fratelli in un processo che mette in discussione il confine tra legittima difesa e responsabilità penale. La nuova indagine rischia di riscrivere la storia di questa drammatica vicenda, aggiungendo ulteriori tensioni a una famiglia già segnata dal dolore. La prossima fase giudiziaria sarà decisiva per chiarire responsabilità e giustizia, mentre l’opinione pubblica continua a interrogarsi su una tragedia che ha sconvolto Collegno e non solo.

Collegno: un confine sottile tra difesa e giustizia

Il fatto risale al 30 aprile 2020, quando Giuseppe Pompa, noto per essere violento nei confronti della moglie e dei figli, fu ucciso durante un acceso confronto familiare. Alex Cotoia, che aveva scelto di adottare il cognome della madre per prendere le distanze dal padre, dichiarò di aver agito per difendere la madre da un’aggressione imminente. Tuttavia, il caso aveva già sollevato dubbi sulla dinamica degli eventi, portando Alex a essere inizialmente condannato e poi assolto in appello.

La svolta arriva ora con la Procura Generale, che ha chiesto di indagare anche Loris Cotoia, il fratello maggiore, per il presunto concorso nell’omicidio volontario. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Loris potrebbe aver avuto un ruolo attivo nella vicenda, pur non avendo finora subito procedimenti penali diretti.

delitto e indagini
tra accuse e difese cityrumors.it foto Ansa

Il caso di Alex Cotoia ha sempre diviso l’opinione pubblica. Da una parte, molti hanno visto nelle sue azioni un disperato tentativo di proteggere la madre da anni di violenze domestiche. Dall’altra, la brutalità dell’evento ha sollevato interrogativi sulla proporzionalità della reazione. Ora, con l’ingresso di Loris nella vicenda giudiziaria, le dinamiche familiari diventano ancora più complesse.

Secondo la Procura, sarebbe necessario chiarire fino a che punto Loris fosse coinvolto negli eventi di quella notte e se il suo contributo possa configurare una responsabilità penale diretta.

La difesa di Alex e Loris ha già annunciato battaglia, ribadendo che si è trattato di un caso di legittima difesa estrema in un contesto di abusi continuati. Sul fronte opposto, la Procura insiste sulla necessità di approfondire ogni dettaglio, sottolineando che il dramma familiare non può giustificare l’eventuale pianificazione di un omicidio.

Un caso simbolo della violenza domestica

Al di là dell’aspetto giudiziario, la vicenda di Collegno è diventata emblematica delle difficoltà che molte famiglie affrontano nel contesto della violenza domestica. Il caso solleva domande cruciali: fino a che punto si può spingere la legittima difesa? Quali strumenti mancano per prevenire tragedie simili?

 

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