Il conto deposito è una delle due principali forme di conto bancario, l’altra è il conto corrente, strumento finanziario che ha differenti caratteristiche e finalità; infatti, mentre il primo è uno strumento orientato al risparmio, il secondo è un prodotto di servizio che serve a gestire le uscite di denaro quotidiane e periodiche, le entrate (stipendio, pensione, affitti attivi), i prelievi di denaro contante e può essere associato a carte di debito o credito.
Negli ultimi anni il conto deposito ha attirato sempre di più l’attenzione dei risparmiatori e vista la sua crescente diffusione è sicuramente interessante analizzarne le principali caratteristiche.
Conti vincolati e non vincolati
Un conto deposito può essere vincolato o non vincolato (o libero). In un conto vincolato la somma depositata non può essere prelevata fino a una determinata data di scadenza, pena pagamento di una penale o di una riduzione del tasso di interesse; in un conto libero, invece, non è previsto alcun vincolo e quindi il denaro depositato può essere movimentato liberamente spostandolo attraverso un bonifico su un conto corrente.
Un conto deposito può essere aperto recandosi in una filiale della banca oppure tramite una comoda procedura online.
Conto deposito: uno strumento di risparmio e investimento
Il conto deposito è un prodotto pensato principalmente come strumento di risparmio; esso infatti si caratterizza per il fatto di offrire una certa remunerazione grazie al tasso di interesse attivo calcolato sulle somme depositate. È quindi, in buona sostanza, un prodotto che può aiutare a far crescere i propri risparmi.
Va anche precisato che, di norma, a meno che non sia diversamente specificato, i conti deposito sono prodotti “zero spese”; non sono infatti addebitati costi relativi alle operazioni di apertura, gestione, trasferimento, chiusura e rendicontazione online.
Dal momento che un conto deposito è un prodotto remunerativo, può essere inserito, nell’ambito di una strategia di diversificazione finanziaria, anche nel proprio portafoglio di investimento.
Il tasso di interesse
Come accennato, ciò che garantisce la remuneratività dei conti deposito è l’applicazione di un tasso di interesse (nei conti correnti esso è nullo o comunque bassissimo). Il tasso proposto su un conto deposito varia tra una banca e l’altra e, in linea generale, il fatto di essere più o meno elevato dipende da vari fattori fra i quali si ricordano principalmente l’andamento dei mercati finanziari, la politica monetaria della BCE, il tasso d’inflazione e la concorrenza fra banche.
La ritenuta fiscale e l’imposta di bollo
Va precisato che, di solito, il tasso d’interesse pubblicizzato dalla banca è quello lordo; ne consegue che per valutare la redditività di un conto deposito è necessario tenere conto del fatto che gli interessi maturati sono soggetti per legge a una ritenuta fiscale pari al 26%; è la banca che trattiene la quota relativa e la versa all’Agenzia delle Entrate. Sul conto saranno quindi accreditati gli interessi netti.
Sui conti deposito grava anche un’imposta di bollo del 2 per mille; essa viene applicata quando il saldo medio supera i 5.000 euro.
È possibile che la banca non addebiti al cliente questo costo; l’importo dovuto sarà cioè versato allo Stato, ma è la banca che se ne fa carico.
Il conto deposito è uno strumento finanziario sicuro?
Nel nostro Paese sono presenti due sistemi di garanzia dei depositi bancari, il FITD (Fondo Interbancario di tutela dei Depositi) e il FGDCC (Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo).
In linea generale, fatte salve alcune eccezioni, questi sistemi garantiscono il rimborso di importi pari fino a 100.000 euro quando una banca aderente è sottoposta a liquidazione coatta amministrativa. Il limite di 100.000 euro è applicato per ogni depositante, per singola banca. Fino a una determinata cifra, quindi il conto deposito è una forma di risparmio che può essere considerata sicura.