Un uomo è stato condannato dal giudice con una pena detentiva di tre anni, ma dopo la sentenza è riuscito a fuggire dal tribunale
La tratta di esseri umani è uno dei crimini più complessi e misteriosi che esistono al giorno d’oggi. Ogni anno, centinaia di persone vengono accusate di essere artefici di questo crimine. Questo consiste nello sfruttamento, in molti modi, di persone che vengono costrette a un lavoro schiavistico, a prostituirsi, fino ad arrivare perfino al traffico di organi.
Si tratta a tutti gli effetti di privazione della libertà. Questa avviene mediante finti impegni di offerte lavorative che sembrerebbero essere vantaggiose. Da queste, però, si passa rapidamente allo schiavismo e agli abusi verso le persone che sono state vittime di questo inganno.
Stando a quanto riferiscono le Nazioni Unite, tra i soggetti che sono maggiormente colpiti ci sono donne e bambini. La tratta di esseri umani avviene per mezzo di reti dove i trafficanti approfittano della instabilità economica dei paesi, solitamente martoriati dalle guerre. Questi, sfruttando gli spostamenti migratori, riescono a inserirsi e fare il proprio gioco.
Parliamo quindi un fenomeno difficilmente identificabile. Prima di tutto per le zone in cui solitamente avviene e, in secondo luogo, per la ‘fedeltà’ delle vittime che sotto minaccia garantiscono il silenzio ai criminali. Un fenomeno quindi complesso e che richiede una dura regolamentazione, perché ancora esistente e ampiamente praticato.
Uno dei casi più recenti è quello avvenuto a Bruxelles, quando lo scorso giovedì un uomo è stato condannato per il reato di tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione con una pena detentiva di tre anni. Al termine del processo, però, è successo qualcosa di imponderabile.
Subito dopo esser stato condannato, infatti, l’uomo ha approfittato di un momento di distrazione dei presenti per darsi alla fuga presumibilmente all’interno del tribunale, lasciando senza parole la corte e lo stesso giudice. La polizia ha dato immediatamente il via a una perquisizione all’interno della struttura ma che non ha avuto successo.
A favorire la fuga del criminale è stato il fatto che in quel momento, all’interno della sala dove si è tenuta l’udienza, non vi erano poliziotti, permettendo così al condannato di fuggire prima ancora di poter essere messo in manette, come da procedura classica.
Stefan Vandevelde, il portavoce della procura generale, nelle ore seguenti, ha fatto sapere che: “Possiamo confermare che un uomo è fuggito dopo il suo arresto immediato presso il tribunale penale. L’uomo è attivamente ricercato ed è stato segnalato”. Nelle prossime ore si attendono aggiornamenti in tal senso, nella speranza che il criminale venga individuato, chiudendo questa particolare vicenda.
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