A quasi cinquant’anni dalla sua condanna, un uomo di 88 anni è stato prosciolto dalle accuse di pluriomicidio
Un caso avvenuto quasi mezzo secolo fa che oggi, a decenni di distanza, si riapre dopo un’improvvisa assoluzione. Alla veneranda età di 88 anni l’ex pugile Iwao Hakamada. La condanna risale al lontano 1968, quando l’uomo venne condannato per un quadruplice omicidio che coinvolse il suo capo e la sua famiglia. A incriminarlo, secondo quanto riporta le fonti dell’epoca, sarebbe stata una macchia di sangue trovata sui pantaloni dell’oggi ottantottenne. Stando alla cronaca, lo stesso Hakamada è stato condannato dopo un interrogatorio durato ore e che avrebbe poi portato alla sua confessione. Solo in seguito, però sono emerse alcune voci spaventose.
Questi, infatti, sarebbe stato spinto a confessare un crimine mai commesso a suon di percosse dalla stessa polizia. Le forze dell’ordine, infatti, lo avrebbero picchiato e minacciato, negandogli anche la possibilità di andare in bagno quando il bisogno si faceva impellente. L’attendibilità delle prove presentate fu messa in discussione poco dopo la sentenza. Le voci intorno al suo trattamento da parte delle autorità si fecero via via più insistenti, suscitando non pochi dubbi tra la popolazione che scettica sulla decisione si fece volenterosa di avere informazioni intorno a quanto accaduto.
Nel 2014, il tribunale ha riaperto il caso, decidendo di portare avanti nuovi esami intorno a quanto era avvenuto. Questo portò, chiaramente alla liberà di Hakamada, 46 anni dopo la sua carcerazione. Una detenzione che gli è valsa addirittura un primato nel Guinnes dei primati. A distanza di 10 anni il caso sembra finalmente aver visto calare la parola fine sulla vicenda. Qualche giorno fa, infatti, davanti al tribunale sono sfilate centinaia di persone per chiedere a gran voce, con megafoni e bandiere, la sua assoluzione. Una dimostrazione di affetto che ha avuto l’esito sperato. Hakamada non ha partecipato all’udienza, l’uomo, infatti, alle prese con dei problemi di salute è rimasto a casa.
Al suo posto si è recata sua sorella, Hideko, di 91 anni. Questa si è inchinata profondamente più volte davanti al giudice che, dopo decenni, ha rilasciato la dichiarazione di rilascio: “La corte considera il sospettato innocente”. Eppure, il destino a volte appare davvero beffardo. Nel giorno che dovrebbe essere il più felice della sua vita, stando alla descrizione della donna, oggi l’uomo vive in uno stato mentale non lucido per rendersi conto di quanto avvenuto: “Adesso vive nel suo mondo” – ha raccontato – “Si sveglia presto e va a fare una passeggiata di quattro ore per le strade di Hamamatsu con un volontario”.
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