Non c’era un rapporto tormentato alla base dei tanti matrimoni (e divorzi) che hanno visto protagonista questa strana coppia
C’è una storia che sfida ogni logica e sembra uscita da un copione di un film: una coppia che si sposa e divorzia per ben dodici volte. Non per amore o per capriccio, ma per un motivo tanto sorprendente quanto sconcertante.
Tutto inizia negli anni ’80, con la morte del primo marito della donna, una settantenne con una vita apparentemente tranquilla. La legge le riconosce una pensione di reversibilità, una forma di sostegno economico destinato alle vedove. Ma quando la donna si risposa, la pensione viene sospesa, sostituita da un risarcimento una tantum di 28.405 euro.
Un dettaglio che sembra un banale tecnicismo legale diventa il fulcro di un piano audace: la donna e il suo nuovo marito escogitano un sistema per massimizzare i guadagni. Divorziare e risposarsi a ripetizione, sfruttando una falla nel sistema previdenziale.
La strategia è semplice quanto efficace: ogni divorzio consente alla donna di riottenere la pensione vedovile. Ogni nuovo matrimonio, invece, le garantisce il risarcimento da 28.405 euro per la sospensione della stessa. Il ciclo si ripete con una precisione calcolata: dodici matrimoni (sempre con lo stesso uomo), dodici divorzi e una montagna di denaro accumulata negli anni.
Tra amici, parenti e vicini, la coppia appare serena e affiatata, mai realmente separata. La loro vita familiare prosegue senza scossoni, ma con un dettaglio decisivo: un “registratore di cassa” che sembra ticchettare a ogni nuovo capitolo della loro vicenda coniugale.
Dopo oltre tre decenni di matrimoni lampo e divorzi studiati, per un totale di 342.000 euro incassati, a quel punto le autorità iniziano ad avere un “leggerissimo” sospetto che possa esserci qualcosa che non va.
Quando, nel 2022, la coppia tenta nuovamente il colpo, qualcosa si inceppa: la cassa pensioni rifiuta di erogare il risarcimento. La coppia, sentendosi nel giusto, decide di intentare causa (per la serie, la miglior difesa è l’attacco), ma nel 2023 arriva la sentenza definitiva: si tratta di abuso di diritto.
Le indagini rivelano che i divorzi erano solo una facciata, un modo per aggirare la legge senza mai interrompere realmente la loro relazione. La Corte Suprema respinge il loro ricorso, definendo i pagamenti ricevuti negli anni ingiustificati.
Ora la coppia è al centro di un’inchiesta formale per frode, e l’ultima parola spetterà al tribunale. Ma la vera sorpresa di questa storia, forse, è il luogo in cui tutto è accaduto: non un angolo remoto del mondo, ma l’Austria, dove il rigore della burocrazia è stato messo a dura prova dalla creatività… di una coppia (a cui non si può dire che manchi la personalità) che ha spinto all’estremo il concetto di “per sempre”.
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