Come riconoscere i sintomi? Quali sono le indicazioni per capire cosa cambia tra Covid e febbre? Un esperto ha provato a rispondere
Dall’avvento del Covid la confusione intorno a determinati sintomi è aumentata. Quando si alza la febbre le risposte potrebbero essere molteplici, tutte con una sintomatologia simile, se non identica. Come fare allora a riconoscerla? Intervenuto ai microfoni di Adnkronos, il virologo Fabrizio Pregliasco ha provato a fornire un vademecum: “C’è uno schema ‘ideale’, diciamo così, che arte dall’alto con influenza, metapneumovirus, virus respiratorio sinciziale. Poi ci sono 262 virus, con il rhinovirus alla base di tutto che è quello che determina solo il naso chiuso, il raffreddore comune”. La confusione tra i patogeni è molto comune, data anche la loro indistinguibilità l’uno dall’altro.
Pregliasco spiega che: “Dal punto di vista clinico. Per quello c’è chi dice ‘mi sono fatto l’influenza’, generalizzando! Ma poi sotto questo cappello rientrano una folla di microrganismi, compresi gli enterovirus, che portano deviazioni verso i sintomi gastrointestinali” – per quanto riguarda i sintomi dell’influenza – “La vera influenza anche quest’anno si riconosce sempre con la solita triade: febbre alta (dai 38 in su, ndr) con inizio brusco; almeno un sintomo generale; almeno un sintomo respiratorio. Tutto il resto invece sono gli altri virus. E il Covid complica lo scenario, ci ha un po’ fregato perché è trasversale: può provocare sintomi molto simili, meno o più pesanti. Rompe gli schemi del passato”.
Come interpretare i virus?
Pregliasco offre quindi alcune indicazioni generali che hanno l’obiettivo di aiutare i ‘pazienti’ a comprendere meglio quanto accada al loro corpo, nonostante ciò possa non rivelarsi sufficiente e comunque meno affidabile della visita diretta del medico: “Al momento complici gli sbalzi termini che caratterizzano questi giorni, stanno girando in particolare le forme simil-influenzali. C’è stato qualche isolamento sporadico di influenza, ma è tipico del pre-stagione avere un mix di virus con queste proporzioni, che comprende anche gastroenteriti. L’influenza vera arriva quando la temperatura è bassa in maniera prolungata nel tempo”. Spiega Pregliasco, che poi continua:
“L’attività dei patogeni per ora non è a livello basale, ma un po’ sopra la media del periodo e viaggiamo intorno a circa 150-200mila casi settimanali, secondo stime a spanne. Oggi infatti un dato ufficiale ancora non c’è, perché la rete di sorveglianza” – sui virus respiratori – “non è ancora partita”. Per quanto riguarda il Covid, riconoscerne i sintomi resta a dir poco complicato: “Con le versioni più recenti si hanno forme più blande in genere, anche se possono determinare alternativamente effetti pesanti. Ho visto anche giovani con ancora la perdita del gusto e dell’olfatto e invece anziani con niente di niente. È tutto estremamente variabile ed è proprio ancora la forza di questo virus che continua così a diffondersi”.