Una crociera a dir poco da incubo per i tantissimi passeggeri che hanno vissuto una disavventura: cosa è successo?
Difficilmente potranno dimenticare una esperienza del genere i passeggeri della nota crociera della “P&O“. Gli stessi che, a quanto pare, sono rimasti bloccati a bordo dopo che la loro nave è stata allontanata dalla Nuova Zelanda. Una vicenda che è stata raccontata dal noto quotidiano inglese “The Guardian“. A quanto pare l’imbarcazione avrebbe dovuto fermarsi in diversi porti della nazione dell’Oceano Pacifico. Dopo che, lo scorso lunedì, era partito dall’Australia (Sydney).
Niente da fare per la Pacific Adventure, alla quale è stato impedito l’attracco. Il motivo di tutto questo? A quanto pare a Wellington ci sono delle leggi molto severe e che, allo stesso tempo, parlano molto chiaro. In particolar modo per quanto riguarda la biosicurezza. A quanto pare la nave aveva delle specie invasive attaccate al suo scafo. Dal rapporto è stato scritto che i sub avrebbero dovuto rimuovere, per la precisione, tre cozze e un pezzo di corallo. Solo che le le condizioni di immersione erano peggiori del previsto.
Ad avere la peggio, appunto, sono stati i passeggeri che sono rimasti a bordo per moltissimo tempo. Tra le testimonianze arriva quella di Jake Welch che, sempre al noto quotidiano britannico, ha fatto sapere che non c’erano più a disposizione kit per malati che erano terminati in maniera rapida. La crociera era stata riprogrammata per fermarsi solo in tre porti in Australia. Ovviamente ha fatto sapere che né lui e né la moglie viaggeranno con questa crociera definita “scadente”.
Consapevoli dell’errore e delle tantissime polemiche che hanno creato, la ‘P&O‘ aveva offerto ai passeggeri uno sconto del 50% per crociere “future”. Una scelta che, però, è stata ampiamente criticata per quanto successo nei giorni scorsi. Successivamente hanno offerto un rimborso di 300 dollari australiani di credito di bordo (circa 200 dollari). Nel frattempo continuano le scuse da parte dei vertici alti della crociera, ma a quanto pare c’è poco da fare contro l’ira dei passeggeri.
Secondo quanto raccontato dall’Australian Biosecurity pare che il commissario regionale settentrionale della Nuova Zelanda, Mike Inglis, abbia detto: “C’erano livelli preoccupanti di biofouling. Le nostre regole di biosicurezza sono in atto per proteggerci da parassiti che possono avere un impatto sull’ambiente della Nuova Zelanda, sugli ecosistemi marini unici, sull’industria dell’acquacoltura e sull’economia“.
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