Curva Nord: omicidi, tradimenti e il pentimento del capo ultras

Beretta, capo ultras dell’Inter, collabora con la giustizia e svela i segreti i traffici criminali della Curva Nord.

La Curva Nord dell’Inter si trova al centro di uno scandalo senza precedenti: il capo ultras Beretta ha deciso di pentirsi e collaborare con la giustizia, gettando luce su un intreccio di violenza e crimine dietro le dinamiche del tifo organizzato. Attualmente detenuto a San Vittore, Beretta è accusato dell’omicidio di Bellocco, un ex rampollo della ‘ndrangheta di Rosarno.

Le accuse contestate
La gestione di San Siro tra le accuse contestate (Lapresse) – cityrumors.it

Mentre la giustizia cerca di fare chiarezza, la vicenda rappresenta un monito sulla necessità di isolare le passioni sportive dalle logiche di violenza e criminalità. Lo stadio, luogo di aggregazione e amore per il calcio, rischia di diventare un simbolo di degrado sociale se non si interviene con misure adeguate per arginare questi fenomeni.

Curva Nord: la confessione di Beretta

Il movente dell’omicidio affonda le radici nelle tensioni interne alla Curva Nord, un microcosmo dove gli interessi sportivi si intrecciano con affari illegali. Bellocco avrebbe intimato a Beretta di abbandonare il controllo degli “affari” legati alla curva durante una riunione svoltasi a luglio. Questo confronto esplosivo ha segnato il destino di entrambi: Beretta, avvisato di un complotto per eliminarlo, ha reagito uccidendo Bellocco per primo.

La scelta di pentirsi è maturata durante la detenzione, dopo un confronto con i pubblici ministeri. Con la collaborazione di Beretta, gli inquirenti sperano di ricostruire il quadro completo di un sistema complesso in cui la Curva Nord è teatro non solo di passioni calcistiche, ma anche di traffici e regolamenti di conti.

Gli affari della Curva Nord
Gli affari complessi della Curva collegata alla criminalità Cityrumors.it / ANSA

Le indagini hanno già svelato come la curva possa trasformarsi in un centro di potere parallelo, gestito da figure capaci di sfruttare la forza numerica dei tifosi per fini personali. Il caso di Beretta evidenzia l’esistenza di legami preoccupanti tra il tifo organizzato e la criminalità organizzata, dove lo stadio diventa uno strumento di controllo e influenza.

Questo episodio getta ombre sul mondo degli ultras e solleva domande sul ruolo delle società sportive nel monitorare e regolare i gruppi organizzati. La collaborazione di Beretta potrebbe essere solo l’inizio di un terremoto che coinvolgerà altri protagonisti di questo sistema oscuro.

 

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