Non si placa l’ondata di cyber attacchi nei confronti di importanti siti istituzionali e di governo italiani da parte di hacker russi, questa volta è stato violato anche il sito della premier Meloni
Quello della guerra informatica è infatti uno dei fronti più caldi in questi anni di conflitto tra Ucraina e Russia, con attacchi continui alle infrastrutture digitali di Kiev e di tutti i suoi alleati e sostenitori. Ma stavolta le azioni condotte da questi hacker di nazionalità russa sembrano avere un riflesso diplomatico ben preciso, quasi un avallo ufficiale da parte di Mosca. Non è la prima volta che gli hacker riescono a fare breccia nei sistemi di aziende pubbliche e private italiane, nei siti governativi, nei trasporti e in quelli bancari.
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Un attacco informatico rappresenta un’azione deliberata mirata a compromettere la sicurezza digitale. Questo può includere il furto, la divulgazione, la modifica, la disattivazione o la distruzione di dati, applicazioni o altri asset digitali. Gli attacchi informatici si caratterizzano per l’accesso non autorizzato a reti, sistemi informatici o dispositivi digitali, rappresentando una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni.
Italia sotto attacco
Nel contesto attuale, gli attacchi hacker rappresentano una delle minacce più insidiose e in rapida evoluzione nel panorama della sicurezza informatica. Questi attacchi non sono più semplici incursioni isolate, ma fanno parte di una realtà complessa e multiforme che coinvolge sia individui che organizzazioni a livello globale. Fino a diventare il braccio armato di uno stesso governo intento a creare disturbo e disordine in un’altra nazione.
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Ecco perchè comincia a preoccupare la massiccia ondata di attacchi cibernetici che l’Italia sta subendo in questo periodo, siamo arrivato infatti al settimo giorno consecutivo in cui i siti istituzionali, dei trasporti, fino al sito ufficiale della premier, vengono “disturbati” da questo gruppo di hacher filorussi che agisce sotto la sigla NoName057(16) e che su Telegram ha definito più volte queste incursioni come una “punizione per l’Italia con missili DDoS”. Attacchi che sono stati fin da subito rivendicati e che sembrano essere cominciati come ritorsione diretta alle dichiarazioni di Mattarella di qualche giorno fa e al conseguente sostegno italiano all’Ucraina.
I siti hackerati
Anche oggi quindi registriamo un’ondata di attacchi da parte di hacker filorussi appartenenti a questa sigla NoName057(16) che per il settimo giorno consecutivo hanno voluto dare questa dimostrazione di forza e capacità nei confronti dell’Italia. In passato i cyberattacchi avevano interessato il settore dei trasporti e quello finanziario, resi inaccessibili per alcune ore. Tra gli obiettivi anche alcuni siti bancari che hanno subito interruzioni temporanee e quelli di aziende di servizi pubblici o compagnie di trasporto pubblico locale. Questa volta a essere violati sono i settori governativi, dei trasporti e ancora quello bancario.
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Tra gli altri, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, quello degli Esteri, della Difesa, dell’Aeronautica Militare, il sito delle Poste, Atac, fino al sito ufficiale della premier, giorgiameloni.it. Le tecniche utilizzate da Noname057(16) consistono principalmente in attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), che mirano a sovraccaricare i siti web con un’enorme quantità di richieste, rendendoli inaccessibili.