Ecco i motivi per i quali il nuovo colosso cinese AI sta facendo tremare l’Occidente, spaventando l’intero mondo dell’intelligenza artificiale e mandando in crisi le Big Tech di Wall Street
Soltanto una settimana fa, DeepSeek, un laboratorio cinese di ricerca sull’intelligenza artificiale relativamente sconosciuto, ha lanciato un modello open source che ha fatto rapidamente parlare di sé nella Silicon Valley e non solo, diventando l’app gratuita più scaricata nell’app store statunitense di Apple. Mandando subito in crisi le aziende più importanti del settore.
L’intelligenza artificiale (IA) è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. In pratica permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, di mettersi in relazione con quello che percepisce, risolvere problemi e agire verso un obiettivo specifico. I sistemi di IA sono capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia. In definitiva impara lavorando.
La Cina ha da poco lanciato un nuovo gigante nel campo dell’intelligenza artificiale che si chiama DeepSeek. Si tratta di una startup con sede a Pechino che sta facendo parlare di sé per le sue impressionanti capacità che sembrano rivaleggiare con quelle dei più noti modelli occidentali come GPT-4. Un modello di Intelligenza artificiale che, secondo quanto dichiarato, sarebbe costato 6 milioni di dollari e avrebbe richiesto soltanto pochi mesi di sviluppo, ma che, uscito soltanto il 20 gennaio scorso, è subito balzato in testa ai download dello store Apple, mandando in fibrillazione in mondo tecnologico, tanto da far crollare tutti i titoli azionari dei colossi della Big Tech all’apertura della borsa di New York di ieri.
Il successo di DeepSeek evidenzia un risultato involontario della guerra fredda tecnologica in corso tra Stati Uniti e Cina. Perchè la stretta alle esportazioni imposta dagli Stati Uniti ha ovviamente limitato la capacità delle aziende tecnologiche cinesi di competere con il metodo adottato dal resto dell’Occidente per l’AI, ma ha costretto tutte le aziende tecnologiche cinesi a concentrarsi sulle applicazioni finali piuttosto che sulla costruzione di modelli propri.
Quello che rende DeepSeek un sistema di intelligenza artificiale interessante è il suo approccio all’innovazione. Prima di tutto si tratta di un modello aperto. Infatti, a differenza di molti concorrenti, ha reso il suo modello open source, permettendo a ricercatori e sviluppatori di studiarlo e migliorarlo, inoltre, sfrutta tecniche avanzate. Ma il problema più grande è la sicurezza sui dati personali, il vero motivo del veto imposto dagli Stati Uniti sulla questione Tik Tok, il più popolare social network del momento, chiuso e oscurato per un paio di giorni negli Stati Uniti per la disperazione di milioni di utenti, è lì a dimostrarlo.
DeepSeek infatti è alla continua ricerca di dati personali e, per stessa ammissione dell’azienda, può memorizzare e condividere tante informazioni sull’utente come indirizzo di posta elettronica, username e password, testi e file caricati, cronologia delle conversazioni, modello e indirizzo IP del dispositivo, sistema operativo e altro. È vero che sono dati che anche altre IA del genere raccolgono, ma qui non è ancora bene chiaro che fine facciano e soprattutto mancano, a una settimana dal lancio sul mercato, le tutele garantite per esempio dai regolamenti che l’Unione europea chiede di rispettare alle grandi piattaforme online dal punto di vista della tutela della privacy.
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