DeepSeek fa paura a ChatGPT | Arriva l’intelligenza artificiale cinese: di che cosa si tratta

La nuova intelligenza artificiale cinese mette a rischio il colosso di ChatGPT. Cos’è e come funziona DeepSeek

Si chiama R1 ed è un nuovo modello di intelligenza artificiale progettato dalla società DeepSeek che, pur promettendo le stesse potenzialità e funzionalità degli strumenti di Google, Meta e Open AI, assicura un costo decisamente ridotto: a differenza dei competitor, che hanno richiesto miliardi per le loro AI, DeepSeek ha speso “solo” 5.6 milioni di dollari. Cosa sta succedendo.

Applicazioni sullo smartphone
DeepSeek fa paura a ChatGPT | Arriva l’intelligenza artificiale cinese: di che cosa si tratta (cityrumors.it / ansafoto)

Inevitabile la battuta d’arresto subita dai colossi Tech statunitensi, dopo il lancio di R1 di DeepSeek avvenuto il 20 gennaio 2025. Meta, Alphabet, Oracle ed altri giganti tecnologici americani hanno segnato un calo in borsa, così come Nvidia, il principale fornitore di microchip per l’AI, che ha subito un calo al 12% nelle contrattazioni pre-market. Ecco però cos’è R1 di DeepSeek e perché fa così tanta paura alla concorrenza.

DeepSeek ha già superato ChatGPT sull’App Store

Il modello di intelligenza artificiale cinese R1, lanciato dal laboratorio DeepSeek, si basa su un sistema molto simile a quello di ChatGPT e poggia anch’esso sui chip Nvidia, dei quali avrebbe fatto scorta prima che arrivassero le sanzioni statunitensi. A lanciarlo, un anno fa, è stato il fondo cinese High-Flyer dell’imprenditore Liang Wengfeng, che per questo progetto ha assunto soprattutto neolaureati che si occupano in modo specifico di tecnologie collaborative ed open source: lanciato il 20 gennaio, il 27 sull’App Store aveva già superato ChatGPT in quanto applicazione gratuita più votata.

ChatGPT
DeepSeek, R1 ha già superato ChatGPT sull’App Store (cityrumors.it / ansafoto)

La novità, e l’aspetto che più fa tremare i competitor americani, è quella del costo: DeepSeek, infatti, promette un’intelligenza artificiale dalle medesime potenzialità di ChatGPT e Gemini ma a una frazione del costo. Sebbene i colossi USA, per tutelare sé stessi, abbiano imposto dei dazi sulla produzione di chip e di altre tecnologie specifiche, DeepSeek è comunque riuscita a sviluppare un sistema competitivo: secondo il New York Times, se i competitor USA hanno bisogno di 16mila chip, quello cinese invece ne necessita solo di 2mila.

La risposta USA

Dal canto suo, l’America prova a difendere i suoi colossi come può. In concomitanza con l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, SoftBank, Oracle e OpenAI hanno reso nota una joint venture per raccogliere 500 miliardi di investimenti, necessari al sostenimento delle infrastrutture di AI in America. Nel 2025, Meta ha annunciato che farà investimenti per un valore di 65 miliardi di dollari solo per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale e questo, se da un lato dà lustro alle industrie tech USA, dall’altro pone di nuovo l’accento sulla differenza di costo tra l’AI americana e quella cinese.

Keith Lerner, un analista consultato dalla CNN, ha infatti fatto notare che DeepSeek sta portando gli investitori a mettere in discussione il vantaggio delle aziende USA e, soprattutto, quanto queste stanno spendendo: questa spesa potrebbe portare a un profitto o a uno spreco eccessivo, a suo dire.

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