Domenico Ossoli è accusato dell’omicidio pluriaggravato della moglie, Annarita Morelli, uccisa il 6 agosto scorso a Fonte Nuova.
Il 74enne ex autista di autobus, fermato dai carabinieri di Monterotondo, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip che questa mattina alle 11 ha svolto l’interrogatorio di garanzia in Procura a Tivoli. Il fermo non è stato convalidato poiché non sussistevano motivi d’urgenza, ma Ossoli è rimasto in carcere poiché nei suoi confronti è stata messa un’ordinanza di custodia cautelare.
L’uomo è accusato dalla Procura (guidata dal procuratore Francesco Menditto e dal pm Roberto Bulgarini Nomi) di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, i motivi futili e abietti, dall’aver commesso il fatto contro la moglie e approfittando della minorata difesa della stessa che era alla guida dell’auto e stava effettuando una manovra senza poter reagire. Menditto ha riferito che nel corso del primo interrogatorio dopo il femminicidio, l’uomo avrebbe detto: “Se lo meritava”.
Secondo le ricostruzioni la coppia si stava separando. La tragedia è avvenuta poco dopo le 9 del mattino in via Palombarese 222, nel piazzale di fronte al Centro Socio Culturale Anziani di Fonte Nuova, in provincia di Roma. Annarita Morelli si era recata lì a bordo della sua Fiat Panda rossa per raggiungere uno studio medico veterinario. All’uscita, mentre faceva manovra, Ossoli si è palesato estraendo una Beretta calibro 7.65 pronta all’uso che teneva in un borsello.
Morelli è stata colpita a bruciapelo con un solo proiettile che l’ha uccisa sul colpo. Il 73enne si è poi diretto verso un tabaccaio nelle vicinanze, è entrato nel locale ed ha detto: “Ho ucciso mia moglie”. L’esercente, uscito in strada, ha poi chiamato i carabinieri. Ossoli, portato in caserma, ha cercato di affermare la propria volontà di non uccidere la donna ma di volerla colpire alle gambe. Una tesi smontata dai vari elementi, tra cui anche delle riprese della videosorveglianza. Secondo i figli poi il 74enne avrebbe più volte ribadito la volontà di uccidere la moglie.
Ossoli, inoltre, aveva manifestato un controllo ossessivo nei confronti della donna, arrivando ad installare nella sua auto anche un dispositivo gps per monitorarne i movimenti. Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip ha parlato di “fredda e lucida determinazione” e di “una carica di violento e rabbioso risentimento” esploso nel “chiaro intento di uccidere”. Ossoli sarebbe dunque “capace e incline a gesti della massima pericolosità che adotta freddamente, con premeditazione, per futili motivazioni“.
“Ci sono – ha commentato il procuratore Menditto – tutti i tratti del femminicidio, il controllo ossessivo per non accettare la decisione della vittima di separarsi e l’intenzione di riaffermare il dominio sulla donna. L’uomo aveva infatti montato il gps per controllare la 72enne madre dei suoi tre figli, e lo aveva già fatto in passato e controllava attraverso il cellulare Domenico Ossoli, non avrebbe agito in preda a un raptus né a uno scatto improvviso. Avrebbe anzi deciso il tragico epilogo quando la vittima, per allontanarlo, gli avrebbe detto, fingendo, di avere un’altra relazione”. Nello specifico, due giorni prima dell’aggressione.
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