Dalla rottura con Giorgia Meloni alla gestione del caso Sala: perché Elisabetta Belloni ha deciso di lasciare il suo incarico.
Scopriamo subito chi è Elisabetta Belloni. Sessantasei anni, romana, con un curriculum invidiabile nel campo delle relazioni istituzionali e della diplomazia, ha annunciato le sue dimissioni lo scorso 22 dicembre 2024. Una figura chiave per la politica italiana, che aveva iniziato la sua collaborazione con Giorgia Meloni sotto i migliori auspici.
Negli ultimi mesi, il rapporto tra le due però sembra essersi inclinato. Ora, l’ex direttrice dell’Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna (AISE) si congeda con un’amara dichiarazione: “Non ne potevo più”. Quali sono le ragioni dietro questa decisione?
Elisabetta Belloni non è una figura qualunque. Prima donna a capo dell’AISE, è stata un pilastro nelle relazioni istituzionali italiane. Diplomata in scienze politiche con specializzazione internazionale, ha scalato le gerarchie del Ministero degli Affari Esteri, guadagnandosi il rispetto di tutti, sia in Italia che all’estero. Tuttavia, ciò non è bastato a evitarle il progressivo isolamento nell’ultimo anno.
Dopo un’iniziale intesa con Giorgia Meloni, che aveva riconosciuto il valore strategico della Belloni nella gestione delle relazioni internazionali, qualcosa si è incrinato. Fonti vicine a Palazzo Chigi parlano di aspettative disattese e di tensioni legate agli obiettivi mancati dopo il G7.
Un elemento chiave sembra essere stato il caso Sala, un dossier delicato in cui Belloni è stata tagliata fuori. La sua esclusione avrebbe rappresentato un punto di rottura. Inoltre, secondo indiscrezioni, la sua autorevolezza sarebbe diventata un elemento “ingombrante” per figure politiche di spicco come Antonio Tajani e Alfredo Mantovano.
La Meloni, che inizialmente aveva difeso la diplomatica, ha scelto di non esporsi pubblicamente a suo favore, un segnale che molti interpretano come un segno di delusione nei confronti della Belloni. Le dimissioni del 22 dicembre sono state accolte con sorpresa, ma non senza comprensione. “Non ne potevo più”, ha dichiarato Belloni, lasciando intendere che le difficoltà operative e politiche abbiano giocato un ruolo decisivo. Una figura del suo calibro, abituata a muoversi con determinazione e precisione nei contesti istituzionali, difficilmente poteva accettare un ridimensionamento del suo ruolo.
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