Il campione ed ex numero uno del tennis fa dichiarazioni simili a quelle di Kyrgios che aveva attaccato l’azzurro ma più contro il suo mondo
Il mondo a rovescio. Novak Djokovic contro Jannik Sinner per il caso doping? A tanti è sembrato così, ma il serbo ha solo puntualizzato un concetto che esprime da mesi, ovvero da quando è venuta fuori la vicenda doping legata al tennista azzurro e numero uno al mondo.
A pochi giorni dall’inizio della nuova stagione del tennis, che si aprirà prima con il torneo di Brisbane (dove Djokovic ritorna dopo che era stato assente dal 2009 ndr) e poi con l’Australian Open, stanno facendo discutere le parole del campione serbo, che in conferenza stampa sembra dare ragione a Nick Kyrgios sul ‘caso Clostebol‘ che si è messo contro l’azzurro sin dall’inizio di questa storia.
Kyrgios, come è noto, da mesi chiede sanzioni esemplari nei confronti dell’italiano, che attende l’esito del ricorso dell’agenzia mondiale antidoping (Wada) al Tas. Sinner, prosciolto da un tribunale indipendente, rischia ora una squalifica. E mentre c’è attesa per la decisione, Djokovic spiega il suo punto di vista che per molti è sembrato un attacco a Sinner.
“Il caso Sinner non è piacevole, allo stesso tempo però viviamo in un mondo in cui tutti hanno il diritto di esprimersi, soprattutto sui social media. Nick si è espresso molto bene riguardo all’intero caso doping di Jannik, e ha ragione per quanto riguarda la trasparenza e l’incoerenza dei protocolli e i confronti tra i vari casi“, ha cercato di spiegare Djokovic, una posizione che mantiene da diversi mesi.
Un trattamento diverso e ingiusto
in conferenza stampa, “abbiamo visto molti giocatori in passato, e anche attualmente, che sono stati sospesi per non essersi nemmeno sottoposti ai controlli antidoping e per non aver comunicato la loro reperibilità. Alcuni giocatori di ranking inferiore che aspettano la risoluzione del loro caso da più di un anno”.
Non metto in discussione se la sostanza proibita sia stata assunta intenzionalmente o meno”, ha continuato Djokovic, “credo nello sport pulito, credo che il giocatore farà tutto il possibile per giocare in modo corretto. Conosco Jannik da quando era molto giovane, quindi non mi sembra il tipo di persona che farebbe una cosa del genere, ma mi sono sentito davvero frustrato, come la maggior parte degli altri giocatori, nel vedere che siamo stati tenuti all’oscuro per cinque mesi da quando ha ricevuto quella notizia. Non è una bella immagine per il nostro sport”.