Un vero e proprio dramma quello che ha visto come vittima il Paese, una diga è crollata dopo fortissime piogge: l’ultimo bilancio è drammatico
La preoccupazione è che il numero delle vittime, con il passare delle ore, possa aumentare sempre di più. Soprattutto perché all’appello mancano ancora moltissime persone. Sono drammatiche le notizie che arrivano direttamente dal Kenya. Secondo quanto riportato da media locali pare che il Paese africano sia stato vittima del crollo di una diga. Il tutto è avvenuto nella parte nord della capitale Nairobi. Fino a questo momento i morti accertati sarebbero 42.
Come riportato in precedenza, però, la paura è che questa cifra sia destinata ad aumentare. Mentre è salito a 120, invece, il numero delle vittime delle piogge torrenziali di questi ultimi mesi (da marzo a maggio) e che stanno mettendo in ginocchio il Paese. La diga, fanno sapere, è scoppiata vicino la città di Mai Mahiu, nella contea di Nakuru (nella Rift Valley). Case spazzate via come se nulla fosse e strade completamente allagate. Impresa difficilissima anche per i volontari ed il personale medico riuscire a raggiungere i posti.
La Croce Rossa del Paese ha fatto sapere che nelle ultime ore una imbarcazione che trasportava un “gran numero di persone” si è rovesciata sul fiume Tana. Due i corpi che sono stati recuperati. In merito a questa vicenda sono 23 le persone che sono state salvate. La settimana scorsa, venerdì 26 aprile, il governo keniota aveva preparato la popolazione a possibili piogge intense per via del fenomeno meteorologico chiamato “El Nino“.
Lo stesso governo ha precisato che ci sono altre persone rimaste intrappolate nel fango e che stanno facendo il possibile nel cercare di salvare loro la vita. Parola del governatore Susan Kihika. Sono oramai settimane che il Paese è vittima di queste violenti piogge. Lo ha confermato all’emittente televisiva “CNN” la governatrice della contea di Nakuru Susan Kihik.
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Stiamo cercando di gestire l’emergenza, ma la situazione è opprimente. Stiamo facendo del nostro meglio soprattutto per raggiungere coloro che sono stati portati via perché speriamo che alcuni siano ancora vivi“.
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