Dramma nel Paese dove un uomo ha ucciso il suo cane, poi dà una rivelazione sbagliata alla polizia: scattano le manette per il padrone
Una vicenda che ha fatto infuriare ed, allo stesso tempo, piangere un intero Paese. Ci troviamo in Spagna, precisamente a Las Palmas de Gran Canaria, dove un uomo di 43 anni ha ucciso il suo cane. Vittima un pastore tedesco. Una aggressione brutale nei confronti dell’animale che è stato ucciso con 14 coltellate. Per il padrone sono scattate le inevitabili manette. Le accuse nei suoi confronti sono molto gravi visto che si parla di maltrattamenti su animali.
Una indagine che è stata portata avanti da parte degli agenti del Gruppo Ambientale dell’Unità di Mediazione e Convivenza (UMEC) della polizia locale della città spagnola. Proprio quest’ultima specializzata nella protezione degli animali. Un episodio che, a dire il vero, si è verificato pochi mesi fa (precisamente nell’ottobre dello scorso anno). Solamente nelle ultime ore, però, è stata resa nota la verità di quanto accaduto.
Las Palmas, uccide il suo cane: “L’ho investito”, ma mentiva
Nel mese di gennaio, in seguito ad una accettazione del referto necroscopico eseguito sul cane è stato rivelato che è morto per “trauma inciso-penetrante“. A lanciare l’allarme ad ottobre scorso un residente che aveva avvertito la polizia locale dopo che avevano visto un uomo aggredire il cane con un coltello fino a togliergli la vita. Successivamente si è scoperto che, a compiere questo brutale atto, era proprio il vicino nonché suo padrone.
Subito sono partite le indagini da parte degli agenti spagnolo che hanno identificato il presunto autore di questa violenta aggressione. In un primo momento l’uomo aveva rivelato tutt’altra tesi: ovvero che lo aveva investito involontariamente con la macchina all’interno della sua proprietà. A prendersi carico della custodia del cadavere del cane proprio la polizia. Quest’ultima, infatti, voleva vederci molto chiaro tanto da chiedere una autopsia.
Tanto è vero che il proprietario dell’animale è stato convocato ed, allo stesso tempo, accusato di maltrattamenti. Poi la confessione del padrone: “L’ho ucciso a coltellate per cercare di alleviare la sua sofferenza“. Invece l’autopsia ha rivelato decisamente tutt’altro: la morte è dovuta per “pneumotorace e shock emorragico-ipovolemico” a causa di “trauma inciso-penetrante“.